Alimentazione

Se la tiroide funziona poco, il metabolismo rallenta

15/04/2008

Aumento del peso, depressione, fragilità dei capelli, pelle secca, irregolarità mestruali, infertilità. Ma anche disfunzioni sessuali come difficoltà di erezione e calo del desiderio. Sono alcuni dei sintomi dell’ipotiroidismo, una patologia causata dalla ridotta capacità della tiroide di produrre una quantità sufficiente di ormoni tiroidei. Si può manifestare sia nell’adulto che nel bambino e la terapia si basa sull’assunzione dell’ormone carente. Ne parliamo con il dott. Alessandro Pizzocaro, specialista in Endocrinologia, referente di Andrologia presso l’Unità Operativa di Urologia diretta dal prof. Pierpaolo Graziotti.

Gli ormoni non bastano

“L’ipotiroidismo è una sindrome caratterizzata da una diminuita azione degli ormoni tiroidei, che provoca un rallentamento di tutti i processi metabolici. Nella quasi totalità dei casi è dovuta a una ridotta capacità della tiroide di sintetizzare quantità sufficienti di ormone tiroideo (ipotiroidismo primitivo), più raramente è da attribuire a una diminuita stimolazione della tiroide da parte dell’ipotalamo o dell’ipofisi (ipotiroidismo centrale) o a una ridotta sensibilità all’ormone tiroideo da parte dei tessuti bersaglio (resistenza generalizzata). L’ipotiroidismo può insorgere nel feto o nel neonato (ipotiroidismo congenito), con un’incidenza di 1 su 3000 nati) e provocare danni quali riduzione dell’accrescimento somatico (ipostaturismo disarmonico, caratterizzato da braccia e gambe corte) e dello sviluppo intellettivo. In questo caso la patologia può essere causata da una carenza di iodio (nelle aree geografiche endemiche), dall’assenza o dalla riduzione della massa tiroidea, dalla ridotta capacità di sintesi dell’ormone tiroideo su base genetica o dal passaggio attraverso la placenta di farmaci antitiroidei usati durante la gravidanza, quando la madre è ipertiroidea. Il neonato può manifestare disturbi della suzione, mancanza di tono della muscolatura, ernia ombelicale, fontanelle allargate e gozzo. In termini di prevenzione si deve effettuare un attento controllo ecografico fetale, in particolare se la madre è affetta da una patologia tiroidea, per rilevare, oltre a eventuali ritardi di crescita, anche la presenza di gozzo, fattori che devono far sospettare l’ipotiroidismo fetale. Importante è poi lo screening neonatale, da eseguire entro pochi giorni dopo la nascita, per controllare la funzione tiroidea del neonato e per effettuare un adeguato trattamento in caso di ipotiroidismo. In questo caso è possibile evitare eventuali danni permanenti nel bambino.

 

Se si manifesta nell’adulto si parla di ipotiroidismo acquisito e la prevalenza è poco inferiore all’1% della popolazione. Si ha un rallentamento di tutti i processi metabolici e i danni sono generalmente correggibili con la terapia sostitutiva, ossia con la somministrazione di adeguate dosi di ormone tiroideo L-tiroxina, T4. L’ipotiroidismo viene definito ‘subclinico’ se viene diagnosticato nelle fasi iniziali della malattia, quando ancora non sono presenti i sintomi, ma si riscontrano solo alterazioni negli esami di laboratorio e gli ormoni tiroidei sono ancora nella norma. Si parla invece di ipotiroidismo ‘conclamato’ quando sono già presenti le manifestazioni cliniche dell’ipotiroidismo e gli ormoni tiroidei sono ridotti. La causa più frequente dell’ipotiroidismo è l’ipotiroidismo primitivo da tiroidite linfocitaria di Hashimoto, una patologia che si manifesta più frequentemente nelle donne e che presenta una predisposizione familiare. A causa di un errore del sistema immunitario, la tiroide viene considerata come estranea all’organismo e attaccata dal sistema immunitario, per cui si formano anticorpi contro strutture appartenenti alla tiroide, creando una infiammazione cronica che porta la tiroide a funzionare meno. Altre cause di ipotiroidismo sono quelle ‘iatrogene’, ossia secondare a terapie: la tiroide diminuisce la sua capacità di produrre ormoni dopo l’asportazione chirurgica della tiroide (per gozzo o tumore) o durante il trattamento con farmaci antiaritmici (amiodarone), antidepressivi (sali di litio) o antivirali (interferone)”.

I sintomi tipici

“I principali sintomi sono:

– sonnolenza;
– debolezza;
– rallentamento dell’eloquio;
– depressione;
– bradicardia (ossia rallentamento dei battiti cardiaci);
– cute secca;
– freddolosità;
– gonfiore e tendenza all’aumento del peso corporeo;
– pallore;
– stipsi;
ingrossamento della lingua;
– fragilità dei capelli (che appaiono più fini e radi);
– sopracciglia rade;
– irregolarità mestruali;
– infertilità”.

Le disfunzioni sessuali

“Il maschio ipotiroideo può essere infertile, avere una riduzione del desiderio sessuale o una disfunzione erettile. Dal punto di vista fisiopatologico sono molteplici i meccanismi con cui il difetto di ormone tiroideo altera la sessualità. Innanzitutto hanno un ruolo fondamentale le ripercussioni sul sistema nervoso centrale e sulla psiche: l’ipotiroideo frequentemente è adinamico e depresso. Tali modifiche comportamentali hanno influenza negativa sull’autostima e pertanto sull’erezione e sul desiderio sessuale. La sessualità della donna è purtroppo meno studiata di quella dell’uomo, per quanto la prevalenza delle disfunzioni sessuali femminili sia equiparabile a quella maschile. Molto più noti sono gli effetti della patologia tiroidea sul ciclo mestruale e sulla fertilità della donna. La causa più comune di ipertiroidismo e ipotiroidismo è di tipo autoimmune e sappiamo essere più frequente nella donna. Ci sono numerose evidenze in letteratura che la presenza di anticorpi anti tiroide possono essere causa di aborti e scarso successo delle tecniche di fecondazione assistita. Inoltre tali anticorpi possono persistere anche dopo un appropriato trattamento che abbia normalizzato la funzione tiroidea. Si ritiene che questi anticorpi interferiscano direttamente con l’impianto dell’embrione. Indipendentemente dalla presenza o meno di autoimmunità, di per sé alterazioni delle concentrazioni di ormoni tiroidei possono provocare infertilità. Per esempio, la donna ipotiroidea può manifestare irregolarità del ciclo fino alla scomparsa delle mestruazioni (amenorrea), con blocco dell’ovulazione a causa dell’incremento dei valori ematici di prolattina (ormone deputato alla lattazione durante la gestazione ma che se in eccesso nella donna non gravida provoca riduzione dell’ovulazione e pertanto infertilità). La terapia sostitutiva con l’ormone tiroidei ripristina cicli regolari e ovulatori”.

Diagnosi e terapia

“Se non trattato, l’ipotiroidismo può portare ad aterosclerosi e all’ingrossamento del cuore (cardiomegalia), fino ad arrivare allo scompenso cardiaco e, nei casi più gravi, al coma e alla morte. La diagnosi avviene mediante indagini di laboratorio (valori nel sangue elevati di TSH e ridotti di FT3 ed FT4; presenza, ma non in tutti i casi, di anticorpi anti-tiroide) e l’ecografia tiroidea, che mostra un’infiammazione della tiroide, che può essere di volume ridotto (tiroidite atrofica) o aumentato (gozzo), in presenza o meno di noduli. L’unica terapia possibile in presenza di ipotiroidismo è l’assunzione per tutta la vita di adeguate dosi di ormone tiroideo T4 (L-tiroixina). Tale trattamento permette una vita perfettamente normale, come se la tiroide funzionasse naturalmente”.

A cura di Elena Villa

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