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Alimentazione

Carnevale, siamo “fritti”? Chiacchiere e castagnole meglio al forno!

28/01/2016

Carnevale a tavola vuol dire frittura. I dolci che abbondano in pasticceria, al supermercato e nelle case degli italiani hanno una cosa in comune: la cottura in abbondante olio ad alte temperature. Come coriandoli colorati, tra febbraio e marzo scendono sulle tavole tantissime varietà di dolci dai nomi diversi per derivazione geografica ma che nascondono le stesse leccornie.

A dominare sono le frappe, o sfrappole, chiacchiere, bugie, cenci: un impasto fatto principalmente di burro, uova, zucchero e farina, tagliato a strisce, fritto e poi cosparso di zucchero a velo. Ma la frittura è l’unico modo per cuocere questi dolcini? Chi preferisce una versione light può cuocere le frappe al forno: 10 minuti a 200°C.

Meglio bugie e chiacchiere al forno?

«La cottura al forno resta senza dubbio un modo più salutare per preparare i dolci di Carnevale, in particolare se vengono acquistati da panetterie o pasticcerie. Ormai è facile trovare chiacchiere di Carnevale cotte al forno: la cultura del cibo sano ha ormai allargato le opzioni di acquisto», risponde la dottoressa Sara Testa, dietologa del Centro Obesità dell’ospedale Humanitas. «I prodotti al forno sono lievemente meno calorici di quelli fritti – prosegue – proprio perché si elimina il contributo che l’olio dà all’apporto di calorie del dolce stesso».

Se la frittura è irrinunciabile, quale olio scegliere?

«Per la preparazione dei dolci di Carnevale è sempre preferibile l’olio extravergine d’oliva rispetto agli oli di semi o di arachidi che difficilmente resistono alle alte temperature. L’olio extravergine d’oliva, da usare naturalmente una sola volta e non da riutilizzare, garantisce un tipo di frittura più salutare».

(Per approfondire leggi qui: Carnevale: occhio ai fritti!)

Discorso analogo per le castagnole, o zeppole o tortelli a seconda della longitudine, dolci dalla forma che ricordano i bignè, fritti e impreziositi da una spolverata di zucchero: al posto della frittura, bastano circa 15 minuti a 180° in forno.

Per i più golosi esistono poi le varianti ripiene di queste prelibatezze: bugie con marmellata o cioccolato, ravioli e frittelle alla ricotta per non parlare dei tanti dolci con il miele, come la cicerchiata. «Rispetto alle ricette base, più semplici, quelle rivisitate aumentano l’apporto calorico dei dolci a seconda dei ripieni e delle farciture usate, come marmellate, crema pasticcera o cioccolato», sottolinea la specialista.

Qual è il momento migliore per mangiare questi dolci di Carnevale?

«Un buon momento è la colazione: i dolci è meglio mangiarli nella prima parte della giornata piuttosto che di sera, dopo cena. Può andar bene un paio di chiacchiere dopo un pranzo leggero; meglio evitare di mangiare dolci di Carnevale lontano dai pasti quando aumentano sia i valori della glicemia che la produzione di insulina», conclude la dottoressa.

(Per approfondire leggi qui: Cibi fritti, pericolo diabete per le future mamme)

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