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Alimentazione

Via il dolore con l’acqua calda

19/12/2006

Gli antichi facevano il bagno nell’acqua calda per alleviare alcuni dolori e le nostre nonne da sempre consigliano la borsa dell’acqua calda da premere contro la pancia (mettendo un panno per non ustionarsi) per curare mal di stomaco, indigestione, dolori mestruali o di varia natura. Era un rimedio quasi in disuso perché lo si credeva più un palliativo piuttosto che una verità, ma ora gli inglesi lo hanno rispolverato scoprendo, ricerche alla mano, che l’acqua calda agisce quasi come un farmaco antidolorifico. Per capire meglio come funziona questo principio, ne abbiamo parlato con il dott. Maurizio Tommasini, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Generale ed Epatologia di Humanitas.

Come avviene l’azione antidolorifica del calore?
“L’azione che il calore esercita (ed è conosciuta da tempo immemore) è quella della vasodilatazione. Il calore genera un afflusso di sangue nel punto prescelto che induce una riduzione della contrazione dell’organo agendo, così, con un’azione di tipo antalgico. In pratica, il calore fa rilasciare la muscolatura e questo meccanismo d’azione è noto da tempo. La ricerca condotta dallo University College di Londra sotto la guida del ricercatore dottor Brian King e presentata durante il congresso annuale della Physiological Society voleva, inoltre, osservare se la borsa dell’acqua calda, agendo su alcune molecole, poteva funzionare proprio come un medicinale antidolorifico. Con l’utilizzo di tecniche nuove gli inglesi hanno messo in evidenza che il calore (che deve essere di almeno 40°C) agisce a livello delle molecole (come un farmaco) disattivando i messaggi dolorifici che l’organismo invia al cervello. In pratica le proteine del recettore del calore in una cellula bloccano quelle del recettore del dolore. Una dimostrazione in più, insomma, dell’efficacia già conosciuta del calore”.

La borsa dell’acqua calda, quindi, è in grado di sostituire un farmaco?
“Mi sembra eccessivo affermare oggi come oggi che la borsa dell’acqua calda possa sostituire le pillole di analgesico, anche le più leggere, ma è senz’altro un aiuto e potenzia l’effetto di analgesici e antispatici. Attenzione, però, a non esagerare rischiando di ustionarsi. Meglio inserire un panno come la maglietta o un asciugamano tra la cute e la borsa dell’acqua calda”.

Il calore è in grado di alleviare qualsiasi dolore?
“Assolutamente no. Il dolore ha diverse genesi ed è un meccanismo articolato che interessa il sistema nervoso periferico il quale attiva, attraverso i recettori, il sistema nervoso centrale. Se il dolore è provocato da un trauma, per esempio, la borsa dell’acqua calda è dannosa, anzi, al contrario, in questi casi si utilizza il ghiaccio per cercare di bloccare lo sviluppo dell’ematoma. Un altro esempio è quello del mal di testa: se ci mettiamo del calore, il dolore aumenta. La borsa dell’acqua calda è, invece, utile per alleviare il dolore nei casi dovuti a contratture come il mal di schiena, in cui il muscolo ha bisogno di decontrarsi, oppure a crampi come i dolori mestruali, il dolore addominale o le coliche renali. Il principio che sta alla base di questo meccanismo d’azione è quello del contrasto tra le temperature. In pratica se la temperatura è alta, quindi c’è calore, lì servirà il freddo per far passare il dolore come nel caso citato in precedenza dell’ematoma. Se, invece, non c’è riscaldamento, allora è meglio il caldo. Il contrasto tra le due temperature agisce come antidolorifico”.

È utile anche per le coliche dei bambini?
“Il calore non deve assolutamente essere utilizzato per le coliche dei neonati perché sono di tipo gassoso. Questo significa che se ci avviciniamo del calore, il gas si espande e la colica peggiora notevolmente. Fra l’altro, sempre in questo tema, vorrei sottolineare che l’utilizzo della borsa dell’acqua calda per alleviare i dolori nei bambini è da evitare perché in loro scalda l’intero organismo e non solo la parte interessata dal dolore”.

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