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Alimentazione

Cibi che gonfiano, ecco il perché

23/09/2003

Alla fine di un lauto pasto, sentirsi gonfi è quasi scontato. Ma perché, a volte, ci si sente lievitare anche dopo uno spuntino leggero e in linea con la dieta? In realtà gonfiore e chili di troppo non sono necessariamente collegati, visto che l’accumulo di aria nello stomaco e nell’intestino può dipendere da diversi fattori, che spesso non c’entrano nulla con grassi e calorie.
L’antiestetica pancetta del dopo pranzo o del dopo cena, infatti, può essere dovuta all’eccessiva deglutizione d’aria durante i pasti o alla produzione esagerata di gas da parte della flora batterica intestinale.
“A volte”, spiegani i dietisti di Humanitas Gavazzeni di Bergamo, “l’eccessivo gonfiore dipende da un disturbo dell’apparato gastrointestinale, come l’ernia iatale, i calcoli alla cistifellea, il colon irritabile o il malassorbimento che vanno curati in modo specifico”. In questo caso, però, oltre al gonfiore ci sono quasi sempre altri sintomi, come la sensazione di un sapore acido in bocca nel caso di ernia iatale, le coliche addominali con i calcoli, la stipsi o, al contrario, la diarrea nel colon irritabile e nel malassorbiemento.
Se si ha a che fare con un vero e proprio disturbo, poi, il gonfiore c’è più o meno sempre. Se invece si tratta di un fastidio passeggero o che si fa sentire una volta ogni tanto e che non è accompagnato da altri disturbi, molto probabilmente è legato ad “errori” nello stile di vita, e in particolare a tavola.

 

Cosa fare per non “gonfiarsi” quando si è a tavola
“La prima cosa da fare è mangiare lentamente, masticando bene ogni boccone. Se si ingoia il cibo troppo velocemente, infatti, si ingerisce una grande quantità d’aria. E lo stesso accade se si chiacchera troppo durante i pasti”.
Oltre al come mangiare, attenzione alla qualità dei cibi. Le bevande gassate (anche l’acqua frizzante!) e quindi addizionate di anidride carbonica, che è un gas, sono in cima alla lista delle cattive compagnie di chi tende a gonfiarsi, seguiti da tutti quei cibi che per la loro preparazione inglobano aria, come frullati, frappè, gelato etc.
I dolcificanti artificiali, come sorbitolo, mannitolo e tutti i prodotti che li contengono (caramelle, gomme da masticare) possono favorire la crescita di batteri intestinali che producono gas, peggiorando il disturbo. Lo stesso vale per i cereali integrali e per i cibi molto grassi, come fritti, carni grasse, salse con il burro, alcune verdure e certi tipi di frutta.
Fagioli e piselli secchi, soia, lenticchie, cavoli, ravanelli, cipolle, broccoli, cavolfiore, cetrioli, prugne, mele, banane e uva secca, ad esempio, sono tra i vegetali che favoriscono maggiormente la produzione di gas intestinali.
“Questo non significa rinunciare a questi alimenti ma semplicemente consumarli con moderazione. Per quanto riguarda le fibre, importantissime per la salute, si può ridurre al minimo la formazione di gas aumentandone gradualmente il consumo nell’arco di diverse settimane, in modo da “abituare” l’intestino alla presenza di queste sostanze”.

… e quando si è lontano dalla tavola
Infine lo stress, che può favorire la produzione di gas. Per tenerlo sotto controllo può essere utile l’attività fisica, che indirettamente potrebbe diminuire la distensione addominale e che in alcuni casi può ridurre la produzione di gas.
Se anche seguendo questi semplici accorgimenti a tavola e praticando una regolare attività fisica non si ottiene una risposta favorevole, è possibile che i cibi incriminati siano solo alcuni, e che per questo seppure molto “attivi” in termini di gonfiore, diventino difficili da “scoprire”. Per individuarli è utile rivolgersi ad un esperto, che potrà prescrivere una dieta base molto semplice a cui aggiungere gradualmente singoli alimenti per identificare quelli che non sono tollerati e che fanno gonfiare.

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