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Alimentazione

Alcol: come si riconosce un bevitore “a rischio”?

15/11/2005

Dopo avere parlato del consumo di bevande alcoliche, del suo abuso e dell’alcolismo vero e proprio, affrontiamo con il dott. Maurizio Tommasini, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Generale ed Epatologia di Humanitas, il tema del riconoscimento del bevitore a rischio e dei pericoli che un’assunzione eccessiva di bevande alcoliche rappresenta per il nostro organismo. L’identificazione del problema è infatti fondamentale per poter passare ad una corretta diagnosi di eventuali malattie correlate all’abuso alcolico e porvi rimedio.

Riconoscere tempestivamente l’abuso alcolico
“E’ importante cercare di capire se si è bevitori a rischio – avverte il dott. Tommasini -. Come? Di solito si tende a minimizzare quello che si beve, quindi è importante cercare identificare serenamente e onestamente la quantità di bevande alcoliche assunta, cercando di dare un peso numerico a quanto si beve nel giro di una settimana o di un mese. Esistono anche dei questionari e delle valutazioni che possono essere fatte con l’aiuto dei familiari e che identificano ad esempio quanto alcol viene comprato, quante bottiglie sono presenti in casa, quante volte si va fuori a cena e quindi si beve… L’abuso alcolico va dunque identificato tempestivamente, così da fare in modo di riportare la quantità di alcol consumata a valori non pericolosi per la salute. I segni di problematicità possono essere, ad esempio, iniziare a bere da soli oppure esami di laboratorio effettuati per altri motivi che però mettono in risalto un problema. Un aiuto da parte dei familiari è invece indispensabile qualora il soggetto non si renda conto di avere questo problema e neghi una situazione di abuso alcolico.
L’identificazione del problema è quindi fondamentale per poter passare poi alla diagnosi di eventuali malattie correlate all’abuso alcolico e porvi rimedio. Nei casi più seri si deve poi prevedere anche un programma di supporto psicologico specialistico e intenso”.

L’alcol e il suo effetto sull’organismo
“Al di là dei danni che provoca ai singoli organi e che esamineremo in seguito, l’alcol ha svariati effetti sull’organismo. Stimola innanzitutto i meccanismi per metabolizzarlo, per cui se si assume alcol per ottenere un effetto euforizzante si avrà un innalzamento della soglia di alcol necessario per avere questo effetto, con il risultato di consumarne sempre di più. A un certo punto il meccanismo va in tilt e si è costretti ad assumere alcol per evitare le crisi di astinenza.
L’alcol è poi un noto carcinogeno che si comporta in modo diverso da soggetto a soggetto e che attiva un meccanismo a lunga distanza. Non è ancora chiaro se si tratti di una sostanza capace da sola di attivare questi processi o se è necessario che siano presenti dei fattori concomitanti per poter agire.
L’abuso alcolico modifica inoltre la produzione degli ormoni, alterando tutti i cicli ormonali che l’organismo produce. Spesso l’alcolista si può riconoscere per le caratteristiche somatiche, ad esempio un aspetto gonfio. In particolare viene alterata o bloccata la produzione di cortisone.
L’alcol può essere un fattore che riduce la competenza del sistema immunitario, per cui favorisce l’insorgere delle infezioni: l’alcolista può facilmente ammalarsi di tubercolosi e contrarre tutte le malattie virali con cui viene in contatto. Un alcolista che viene infettato dal virus dell’epatite, ad esempio, soffre un danno maggiore rispetto a una persona che non abusa di alcol.
L’alcol è spesso pubblicizzato come un fattore disinibente e favorente la vita di relazione e l’attività sessuale, ma non si deve dimenticare che l’abuso alcolico non favorisce le prestazioni sessuali e arriva a provocare l’impotenza.
Le donne alcoliste spesso soffrono di sterilità; a questo si aggiunge una difficoltà nella gestazione, con conseguente maggiore facilità di aborto; questo problema è strettamente legato alle patologie che l’alcol può comportare. In gravidanza e durante l’allattamento, poi, è chiaro che anche l’uso di alcol diventa un abuso e va quindi prestata un’attenzione maggiore, poiché l’assunzione di alcol da parte della donna e quindi del feto o del neonato può comportare problemi di sviluppo.
Un altro aspetto importante legato all’abuso di alcol riguarda il fatto che spesso chi beve sostituisce le calorie assunte attraverso gli alimenti (carboidrati, proteine e grassi) con le calorie assunte attraverso le bevande alcoliche (calorie di difficile metabolizzazione e utilizzo). Il danno causato da abuso alcolico può essere più o meno importante a seconda della dieta che si segue: una dieta povera di vitamine, proteine e grassi comporta un danno da alcol maggiore. Un ultimo ma non meno importante aspetto riguarda la produzione e l’utilizzo di determinate vitamine, tra cui la A, la D, la E, il cui assorbimento viene ridotto dal consumo di alcol”.

Il rischio per i bevitori
“Chi beve costantemente, per tutta la sua vita adulta, una modesta quantità di alcol (20-27 grammi al giorno, corrispondenti circa a tre-quattro bicchieri di vino) rischia il doppio rispetto a un non bevitore di contrarre una malattia di fegato, la cirrosi. Rischia il 20-30% in più rispetto al non bevitore di ammalarsi di cancro al cavo orale, il 10% in più di cancro dell’esofago, il 14-20% in più di quello del fegato, il 10-20% in più di cancro alla mammella (cioè un tipo di cancro situato in altra sede rispetto all’apparato digerente, dove l’alcol ha un contatto diretto). I bevitori rischiano di incorrere in incidenti di natura vascolare (ictus, trombosi…) il 20% in più rispetto agli astemi o ai bevitori leggeri, che in questi studi vengono assimilati ai non bevitori per quanto riguarda la probabilità di rischio.
Va sottolineato il fatto che stiamo parlando di studi epidemiologici, cioè di studi che prendono in considerazione popolazioni generali e non casi particolari ed esaminano la probabilità di rischio che un bevitore ha di ammalarsi rispetto a un non bevitore. Stiamo parlando di assunzione di basse quantità di alcol: un consumo più elevato aumenta di gran lunga il rischio.
Se consideriamo uomini e donne separatamente possiamo osservare importanti differenze riguardo la morbilità legata al consumo di alcol. Ad esempio il tumore del cavo orale è molto più presente nell’uomo bevitore rispetto alla donna non bevitrice, con un rapporto di 2 a 1. Il tumore dell’esofago mostra un rapporto di 1 a 5 tra uomini bevitori e donne astemie. Per effettuare questi paragoni si utilizza la donna non bevitrice perché è un soggetto che davvero non beve, è cioè considerato più attendibile.
In Italia gli incidenti legati al consumo d’alcol negli uomini sono 25 ogni 100.000 all’anno, un numero certamente non di poco conto. Non si tratta solo di incidenti stradali, ma anche di infortuni sul lavoro e di incidenti domestici o di altro tipo. Per quanto riguarda le donne il valore è circa del 6,5% dei casi totali.
Gli incidenti cardiovascolari causati dall’abuso di alcol sono invece 100 ogni 100.000 all’anno.
Si noti poi che la maggioranza delle persone che abusano di bevande alcoliche sono soggette a più di un evento: infortunio, cancro, incidente cardiovascolare…”.

A cura di Elena Villa

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