In questi giorni, chi di noi non ha pronunciato almeno una volta la parola “saldi”? Le accattivanti percentuali di sconto sulle vetrine dei negozi, rappresentano una vera e propria minaccia non solo al portafoglio, ma anche alla capacità di acquistare consapevolmente, conservando la propria facoltà di scegliere. Ne parliamo con la psicologa Paola Parisi di Humanitas Mater Domini.
Non sempre i saldi, infatti, rappresentano la razionale occasione per acquistare un oggetto desiderato a prezzi convenienti. Il più delle volte, il prezzo scontato è una scusante: “Se il prezzo è ridotto, si tratta di un vero affare e, quindi, non devo sentirmi in colpa”.
Che cosa ci spinge ad acquistare?
«Oltre agli acquisti dettati dalla necessità e dal piacere, cosa ci spinge a girare freneticamente tra i negozi delle nostre città cercando l’affare? Molto spesso, il motore della ricerca è il bisogno di una gratificazione emotiva, pronta a colmare un vuoto o una mancanza più o meno inconscia».
Quando lo shopping diventa una malattia?
«Al di là del possibile effetto terapeutico che ci regala lo shopping, se vissuto in modo compulsivo, può, invece, trasformarsi in una vera e propria patologia. Tale disturbo, chiamato “Sindrome da acquisto compulsivo”, è caratterizzato dall’impulso a comprare frequentemente oggetti inutili o dei quali non si necessita. L’alto livello di stress raggiunto, può interferire, in modo significativo, nella relazione del soggetto in ambito sociale e lavorativo. Ne può risentire anche il budget familiare».
Come proteggerci dallo shopping compulsivo?
«In un’epoca caratterizzata dalla cultura del possesso che vende finti bisogni, il fattore protettivo è rappresentato dalla capacità di ciascuno di noi di riconoscere i bisogni autentici: “Di cosa ho realmente bisogno?”, questa è la domanda che dovrebbe guidarci nelle nostre scelte quotidiane», conclude la psicologa Paola Parisi.
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commenti della dottoressa Paola Parisi psicologa dell’UO Oncologia di Humanitas Mater Domini |
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