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Termosifoni al massimo? Vie aeree ko

17/12/2014

Dal caminetto con troppa legna al calorifero troppo alto, passando per le stufette elettriche al massimo regime. L’inverno è entrato nella sua fase più rigida e i mezzi per scaldarsi, tra le pareti amiche, sono tanti. Molto spesso, però, l’aria di casa e quella dell’ufficio rischiano di trasformarsi in un problema per le nostre vie aeree. «Purtroppo, sia per errori di progettazione o per i materiali utilizzati nelle nostre abitazioni, o ancora per le cattive abitudini legate al controllo dei riscaldamenti, la qualità dell’aria e la salute delle vie aeree possono subire conseguenze», spiega il dottor Michele Ciccarelli, pneumologo e responsabile dell’Unità Operativa di Pneumologia di Humanitas.

 

Casa… “calda” casa

Non bisogna, infatti, scambiare il comfort con gli eccessi. «Spesso d’inverno sostiamo in ambienti in cui l’aria è rovente – dice il dottor Ciccarelli – ma un’aria troppo calda e secca, anche se non è una causa diretta di patologie, può diventare un “innesco” per alcuni soggetti con problemi respiratori. Ad esempio, nelle persone che soffrono d’asma l’aria troppo calda finisce per modificare la natura delle mucosa che ricopre le pareti bronchiali e ciò crea difficoltà respiratorie».

Possediamo un sistema di respirazione molto sofisticato, che cerca di adattarsi agli ambienti. «La tendenza a tenere troppi alti i termosifoni è un errore – ricorda il dottor Ciccarelli –. La temperatura non dovrebbe mai superare i 22 gradi e se l’ambiente è secco bisognerebbe adoperare umidificatori».

Evitando, avverte lo specialista, l’errore opposto: appartamenti che somigliano a serre tropicali. «Purtroppo per via dell’esposizione, per infissi sempre più spessi e a prova d’aria o per una scarsa coibentazione degli edifici – continua l’esperto – oggi viviamo in ambienti umidi. Ci sono stanze della casa in cui il tasso d’umidità supera il 60-70% e questo favorisce la proliferazione di microrganismi, muffe e acari della polvere, agenti allergenici per i pazienti». Il consiglio è di «creare le condizioni per un ricircolo continuo d’aria – dice il dottore –, tenendo sempre ben areate le stanze e usando se è il caso dei deumidificatori».

 

In ufficio, occhio agli impianti di condizionamento

In alcuni ambienti, come quelli di lavoro, il riscaldamento è assicurato da sistemi di condizionamento. «In questo caso – ricorda il medico – è bene garantire la manutenzione periodica delle macchine, cambiare i filtri evitando così che la colonizzazione di muffe e microrganismi diventi una fonte di contaminazione per tutto l’ambiente».

Infine, occhio anche al caminetto. Assicura una bella atmosfera e calore naturale, ma insieme alle stufe che vanno a legna o a pellet, spiega lo specialista, «può diventare una fonte di micro-inquinanti ambientali – conclude il dottor Ciccarelli –. La fuliggine ha le stesse caratteristiche del particolato dello smog urbano e può diventare una fonte di irritazione per le mucose, particolarmente rischiosa per i soggetti già colpiti da malattie a carico dell’apparato respiratorio».

 

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