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Hai sofferto il caldo, e se fosse la tiroide?

18/09/2014

Chi soffre di problemi alla tiroide, con le temperature esterne più calde – tipiche della stagione estiva che volge ormai al termine – può subire peggioramenti del proprio stato di salute, sia fisico, sia mentale.

Questo il risultato di una ricerca effettuata dal Karolinska Institutet di Huddinge, città svedese posta a pochi chilometri di distanza dalla capitale Stoccolma.

Ne parliamo con la dottoressa Rosa Miranda Testa, endocrinologa di Humanitas Gavazzeni.

Dottoressa Testa, è vero che d’estate e nei mesi meno freddi le persone con problemi alla tiroide possono avere maggiori problemi di salute?

«Quello degli ormoni tiroidei è uno dei principali sistemi deputati al mantenimento della termoregolazione (ossia al mantenimento della stabilità della nostra temperatura corporea) per tale motivo le escursioni termiche ambientali sono percepite in maggior misura dai soggetti affetti da ipotiroidismo o ipertiroidismo».

Quali sono i disturbi che tendono ad accentuarsi con gli sbalzi di temperatura?

«I soggetti ipertiroidei (con iperfunzione della tiroide) non compensati dalla terapia medica, soffrono maggiormente il caldo. L’eccesso di ormoni tiroidei circolanti causa un aumento del metabolismo basale con innalzamento della temperatura corporea compensato da una aumentata sudorazione e vasodilatazione periferica che determina il tipico colorito rossastro di questi soggetti.

L’ipotiroideo, sempre se non ben compensato dalla terapia medica, si accorge meno del caldo eccessivo ma può comunque subire un peggioramento della sua consueta “stanchezza” a  causa degli effetti del caldo sulla pressione arteriosa».

Ci sono luoghi – mare, montagna, campagna, ecc. – che agevolano la diminuzione degli effetti della malattia tiroidea?

«Le condizioni migliori da ricercare per il malato di tiroide sono le stesse che valgono per ciascuno di noi, la sede migliore è quella che riduce il nostro stress e ci dà benessere fisico e mentale.

È invece molto importante controllare il compenso dei disturbi ormonali con il proprio endocrinologo di fiducia ed eventualmente correggere lealterazioni con aggiustamenti della terapia in corso prima di spostarsi per un certo periodo in un luogo diverso da quello in cui si vive tutti i giorni.

Alcuni colleghi controindicano il soggiorno marino ai loro pazienti ipertiroidei, io non sono d’accordo su questo punto, evito semplicemente di ridurre la posologia dei tireostatici proprio in vista di una partenza per il mare – anche fuori stagione – ma non proibisco mai una vacanza rilassante, né naturalmente faccio cambiare residenza a chi vive in zona marina…».

Lo iodio è la migliore medicina per la tiroide. In quali quantità deve essere assunto? L’esigenza di iodio del nostro organismo varia da stagione a stagione?

«L’utilizzo del sale iodato (sale marino con aggiunta di iodio) è raccomandato in Italia per la prevenzione del gozzo multinodulare, lo utilizzano già tutti i fornai e le mense. Il gozzo non è però una patologia della funzione della tiroide ma della sua forma. Il fabbisogno di iodio varia in alcune fasi della nostra vita, ad esempio in gravidanza e durante l’adolescenza.

Per quanto concerne invece le malattie di funzione, nell’ipertiroidismo l’assunzione di iodio giornaliera non deve essere forzata (no al sale iodato, no ai multivitaminici e ad alcuni colluttori contenenti iodio, ecc.);

Nell’ipotiroidismo l’assunzione di supplementazioni di iodio non è controindicata ma è sicuramente più efficace la terapia sostitutiva farmacologica con ormoni tiroidei, che ne è già ricca».

 

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