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Sole, istruzioni per l’uso

15/06/2004

Voci che si rincorrono sulla spiaggia e in montagna. Voci che rimbalzano in casa e in ufficio, perché il mito della tintarella è davvero l’ultimo a morire. Ma il sole fa bene in ogni caso o si tratta di un benificio da consumare con estrema cautela? e le creme solari sono la soluzione di ogni male? Prepararsi alla vacanze con una o più sedute di lampada è utile o addirittura dannoso? Ai quesiti rispondono i professionisti di Humanitas.

Bisogna precisare che le creme solari sono di due tipologie: quelle che contengono filtri chimici che assorbono i raggi dannosi UV e quelle che contengono schermi fisici, ossidi di minerali che riflettono i raggi UV. Per definire la potenza di una crema è stato identificato il fattore di protezione solare (SPF) espresso da un numero: tanto più alto è il numero, tanto le creme dovrebbero proteggerci dal rischio eritemi. Il punto cruciale è questo: la creme, è vero, non ci fanno scottare e quindi possiamo restare al sole per più tempo. In termini di godimento dell’estate è un passo avanti ma in termini di danneggiamento della cute è un passo indietro. Da poco si è capito infatti che le creme solari proteggono poco contro i raggi UVA quelli che causano prima l’invecchiamento della pelle e poi i tumori. Se utilizziamo quindi le creme solari per rimanere di più al sole sbagliamo.

Un contatore all’energia
I raggi luminosi del sole sono energia elettromagnetica e la banda dei raggi UV danneggia il DNA presente nel nucleo delle cellule dell’epidermide. Si può immaginare il DNA come un contatore, un registratore di tutte le esposizioni solari; un’esposizione equivale ad un danneggiamento e rifacimento della catena del DNA. Ma le continue esposizioni portano al limite le possibilità di riparazione del patrimonio genetico della cellula. Ciò significa che c’è un limite, appunto, alle ore di esposizione al sole e tanto più risparmiamo l’esposizione in giovane età, tanto più avremo margini da adulti o da anziani. E’ una sorta di corsa la risparmio. Ecco perchè, un tempo, i bambini venivano esposti solo per poche ore al giorno.

Valore ai numeri
Una cosa che non tutti sanno e che una crema ha fattore di protezione “20” ci protegge per il 90%; mentre una crema protezione “50” protegge per il 96 %. L’aumento di protezione quindi tra 20 e 50 è minimo e spesso non vale la pena di utilizzare creme con numeri alti perchè queste contengono una quantità elevata di filtri chimici che spesso la nostra pelle non tollera. Ciò significa che i filtri medi sono più che sufficienti soprattutto per i bambini e che la vera discriminante (per scongiurare danni cutanei) è il tempo di esposizione. Si può fare un discorso analogo anche per chi vuole fare un viaggio all’estero: va benissimo una crema con protezione “20”, purché si limiti il tempo di esposizione.

La maglia della salute
Le creme solari non devono sostituire gli altri mezzi di protezione: magliette, cappelli, occhiali, ma soprattutto zone d’ombra. Le creme vanno benissimo se non è possibile proteggerci con altri mezzi. In altre parole usiamole se dobbiamo fare una passeggiata in montagna o una gita in barca ma è più salutare diminuire il tempo che stiamo sotto il sole piuttosto che impomatarci tutti.

UVA – UVB
Le creme con filtri chimici hanno scarsa protezione verso i raggi UVA, mentre hanno una buona protezione verso i raggi UVB. I tumori cutanei sono causati dall’esposizione verso i raggi UVA, che hanno energia 100 volte inferiore rispetto ai raggi UVB ma sono presenti con la stessa intensità per tutta la giornata, dal mattino alla sera e oltrepassano i vetri dell’auto. Purtroppo siamo sempre esposti. Non ci accorgiamo dei danni che causano perché non danno l’arrossamento tipico dei raggi UVB. Secondo queste nuove visioni dermatologiche le mamme che portano al mare i bambini nelle prime ore del giorno o al pomeriggio così non si scottano non sanno che espongono i loro figli proprio ai raggi UVA, i più temuti. Il consiglio è lo stesso, limitare le ore di esposizione.

Qual deve essere il messaggio?
Ricordarsi che il sole non è solo luce ma è energia, che questa energia viene sempre registrata dal contattore delle cellule e che è nostro dovere non esaurire il contattore prima del tempo con lunghe esposizione al sole o alle lampade UV. Ricordarsi anche che le creme solari ci aiutano a non scottarci quando al sole proprio ci dobbiamo stare ma che e sbagliato utilizzarle per sostituire il cappello, la maglietta, l’ombrellone. Chi va in vacanza e vuole risposarsi è giusto che dedichi una parte della giornata al sole, ma deve dedicarne una parte alle attività ricreativa fatte all’ombra per esempio di una pineta, per ripararsi dalla luce diretta.

A cura di Raffaele Sala

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