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Aria condizionata: stare “al fresco” senza rischi

01/07/2002

L’aria condizionata aiuta a sopportare il caldo opprimente di questi giorni, ma attenzione alle insidie che può nascondere.

Se usata correttamente procura indubbi benefici, ma se si esagera o se ne trascura la manutenzione può causare problemi di salute, dal semplice raffreddore a bronchite, mal di schiena, torcicollo, fino, in casi limitati, alla “malattia del legionario”. Stiamo parlando dell’aria condizionata, uno strumento spesso ritenuto indispensabile per non soccombere all’afa e all’umidità di questa stagione.
Come utilizzarla nel modo migliore? Ecco le regole da seguire, suggeriteci dal dottor Maurizio Tommasini, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Generale ed Epatologia di Humanitas e da Alessio Galbusera, della STC Srl di Milano, esperto di manutenzione igienica di impianti di condizionamento.

Come usare l’aria condizionata

“L’aria condizionata – afferma il dottor Tommasini – non è di per sé dannosa. Anzi, costituisce uno strumento fondamentale per affrontare l’afa estiva. Un ambiente ben climatizzato, fresco e senza umidità, favorisce il benessere e la concentrazione, ad esempio negli uffici, e permette di trascorrere notti tranquille. L’aria condizionata è estremamente importante anche negli ambienti di cura e terapia: negli ospedali riduce la diffusione delle infezioni e rende la degenza più idonea anche alle persone più deboli. Anche chi ha in casa un anziano, un malato o una persona convalescente dovrebbe dotare i locali di un condizionatore. In automobile, poi, l’aria condizionata è un alleato della concentrazione e della sicurezza nella guida, poiché aumenta indubbiamente il comfort e rende meno faticosi anche i viaggi più lunghi. E’ senza dubbio meglio mettersi una maglia e stare in un ambiente climatizzato piuttosto che rinunciare a questo strumento di benessere”.

Preferire i climatizzatori

“E’ meglio utilizzare un climatizzatore piuttosto che un condizionatore – specifica il dottor Tommasini. I climatizzatori, infatti, non si limitano a raffreddare l’ambiente, ma eliminano l’eccesso di umidità, un fattore che procura disagio più del caldo. Quando il tasso di umidità è superiore al 70%, il sudore non evapora, ma rimane sulla pelle e causa quella fastidiosa sensazione di caldo appiccicoso. Questi apparecchi, inoltre, assicurano il ricambio d’aria, prelevando l’aria dall’esterno e immettendola nell’ambiente dopo averla filtrata, deumidificata e raffreddata”.

Non esagerare con temperature troppo basse

Aria condizionata e raffreddori, la di testa e altri disturbi“E’ del tutto inutile e dannoso regolare il termometro su temperature molto basse – sottolinea il dottor Tommasini. Per evitare di incorrere nei classici disturbi da freddo (raffreddore, bronchite, mal di gola, emicrania, dolori articolari e muscolari, dolori addominali) è importante che non esista un divario eccessivo tra la temperatura esterna e quella interna. Il freddo eccessivo e gli sbalzi di temperatura conseguenti, infatti, interferiscono con i naturali meccanismi di difesa dell’apparato respiratorio, paralizzando l’apparato ciliare delle mucose delle alte vie respiratorie, che ha il compito di allontanare i microrganismi nocivi che sono presenti nell’aria. L’organismo è dunque meno pronto a combattere virus e batteri e possono insorgere raffreddori, mal di gola e bronchiti. Il freddo improvviso può essere la causa anche di dolori articolari e muscolari (mal di schiena e torcicollo sono i più comuni) e dolori addominali, a volte accompagnati da episodi di dissenteria”.

Non esporsi direttamente ai getti d’aria fredda

“Molti disturbi imputati all’aria condizionata – spiega il dottor Tommasini – sono causati dal brutto vizio di esporsi direttamente al getto d’aria fredda. Lombalgia e torcicollo sono spesso la conseguenza di questo comportamento che in certi casi può essere anche non voluto, ad esempio se la scrivania a cui si lavora è posizionata in prossimità della grata del condizionatore. Chi soffre abitualmente di mal di testa, poi, potrebbe accusare un attacco di emicrania, poiché il getto d’aria fredda infiamma i nervi. Il freddo intenso e improvviso può, in alcuni casi, causare l’infiammazione dei nervi del viso e bloccare i movimenti del volto, provocando una temporanea paralisi facciale, che si risolve quali sempre spontaneamente nel giro di qualche giorno o settimana”.

Mantenere l’aria pulita

“La salute e il benessere quotidiani dipendono anche dalla buona qualità dell’aria che si respira nei luoghi in cui si vive e si lavora – spiega il dottor Tommasini. L’aria, infatti, veicola numerosi microrganismi responsabili di infezioni. Da qui l’importanza di una regolare e corretta manutenzione e pulizia degli impianti di condizionamento. Nelle persone predisposte una cattiva o carente manutenzione del filtro potrebbe causare attacchi d’asma, poiché è proprio nei filtri che si raccoglie la polvere, dove si annidano pollini e acari, responsabili di crisi respiratorie nei soggetti allergici. La Legionella pneumophila è un bacillo che è in grado di sopravvivere solo nell’acqua e che si può moltiplicare negli impianti di condizionamento dell’aria, tramite i serbatoi dell’acqua di condensa. Può causare infezioni alle basse vie respiratorie e all’apparato intestinale, che si manifestano con febbre alta, tosse, dissenteria, nausea e vomito. Nei casi più seri, la malattia del legionario può provocare anche una polmonite. Gli Actinomiceti sono batteri che provocano la cosiddetta “febbre da umidificatore”, detta anche “malattia del lunedì”. Questi microrganismi si moltiplicano nel serbatoio dell’acqua di condensa, se l’acqua viene lasciata stagnare, formando una sorta di brodo di coltura batterica. Questa infezione batterica, che provoca stati febbrili acuti e infezioni alle vie respiratorie, è causata dal blocco degli impianti di condizionamento nel fine settimana e dalla riaccensione il lunedì, quando i microrganismi che si sono moltiplicati nei serbatoi di condensa vengono diffusi nell’aria in grandi quantità. Per questo motivo, la circolazione dell’acqua non andrebbe mai interrotta”.

Pulire i filtri dei condizionatori

“La manutenzione corretta degli impianti di condizionamento domestico, in particolare quella igienica, inizia dalla pulizia dei filtri – spiega Alessio Galbusera. La pulizia va effettuata sempre prima di avviare l’impianto. Poi è sufficiente una pulizia una volta al mese. I filtri vanno smontati e lavati anche solo con acqua, seguendo le istruzioni allegate all’apparecchio, e poi eventualmente trattati con uno specifico prodotto disinfettante. E’ bene controllare che i filtri siano integri, sennò è meglio sostituirli, per garantire la giusta filtrazione dell’aria condizionata. Prima di avviare l’impianto di condizionamento, inoltre, è opportuno rivolgersi a un tecnico specializzato per un controllo generale dell’impianto e prevedere la pulizia della batteria di scambio termico (dell’unità posta all’interno dei locali) che, trovandosi a contatto con il filtro, viene anch’essa contaminata dai vari agenti inquinanti eventualmente presenti (batteri, pollini, funghi ecc.). Anche il filtro del climatizzatore dell’automobile dovrebbe essere sostituito almeno una volta all’anno, meglio ogni 6 mesi. E’ comunque sempre bene farlo controllare quando si sottopone l’auto ai controlli periodici”.

Negli uffici ci vogliono gli esperti

“Studi recenti – riferisce Alessio Galbusera – hanno evidenziato che oltre il 70% dei problemi legati alla qualità dell’aria in ambiente (IAQ, Indoor Air Quality) sono da imputare agli impianti di condizionamento e che, in questo caso, la causa principale è da ricercare nella incompleta, inadeguata o inesistente manutenzione dell’impianto stesso. I condotti dell’aria, che costituiscono i “polmoni” di un edificio, possono accumulare polveri, sporcizia, catrame, fumo di sigarette, microrganismi di ogni genere e corpi estranei di varia natura. I condotti dell’aria, così come gli elementi terminali degli impianti canalizzati o le batterie di scambio termico e le relative bacinelle di raccolta dell’acqua di condensa dei condizionatori, possono costituire un terreno ideale per la formazione e la proliferazione di funghi, muffe e colonie di batteri vari. In assenza di periodici e appropriati interventi di pulizia, l’accumulo di sporcizia negli impianti, in particolare nelle canalizzazioni dell’aria, è destinato ad aumentare, provocando anche un possibile distacco di polveri e materiale sporco e contaminato, che veicolano agenti patogeni nell’ambiente e che vengono quindi respirati dagli occupanti, con conseguenti malesseri e allergie. La Sick Building Syndrome, cioè la “sindrome dell’edificio malato”, è causata in larga misura dalla contaminazione degli impianti di condizionamento, unitamente a una climatizzazione inadeguata in termini termoigrometrici e con scarsi ricambi d’aria. La SBS si manifesta quando almeno il 20%-30% degli occupanti soffre di una serie di sintomi quali emicrania, sonnolenza, ostruzione nasale e prurito, irritazione e bruciore agli occhi, disturbi respiratori (tosse, e affanno) ecc. La manutenzione igienica degli impianti di condizionamento degli uffici va dunque effettuata non solo pulendo e/o sostituendo i filtri dei condizionatori, ma procedendo anche alla pulizia e alla disinfezione dell’interno dei canali, utilizzando attrezzature ad aria compressa montate su piccoli robot telecomandati e dotati di telecamere. Questo tipo di manutenzione, fornita da imprese specializzate, andrebbe effettuata mediamente ogni 3-5 anni, a seconda dell’attività svolta nell’ambiente e dell’ubicazione dell’edificio. Il tutto anche nel rispetto della normativa vigente in materia di igiene e sicurezza nell’ambiente di lavoro, come previsto dal Decreto Legislativo 626/94 e successive integrazioni e modifiche”.

A cura di Elena Villa

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