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L’uomo, una vera isola di calore

07/07/2003

Spossatezza, vertigini, collassi e colpi di calore, disturbi a cuore e polmoni: la rosa dei danni all’organismo per il caldo è ampia e variegata. Una curiosità: in genere il problema è più evidente in città per il calore generato non solo dalla combustione dei motori e dalle attività domestiche e industriali, ma anche dagli stessi cittadini, dato che i processi metabolici di un individuo generano in media circa 3.200 calorie al giorno. Così in estate nelle grandi città il calore prodotto dalla popolazione equivale al 10 per cento di quello irraggiato dal sole, ed è capace da solo di aumentare di quasi un grado la temperatura cittadina.
Per non parlare dell’effetto serra, che nelle città assediate dal caldo peggiora l’inquinamento atmosferico, ennesima minaccia per l’apparato respiratorio. Così bronchi e polmoni, oltre a soffrire del danno diretto di sostanze dai nomi tristemente noti come ossido di carbonio, polveri sottili, ossido di azoto, ozono e biossido di zolfo, diventano più vulnerabili a virus, batteri e allergeni, favorendo col tempo lo sviluppo di malattie come la bronchite cronica, l’asma e il cancro del polmone.

Mortalità da calore
“Di caldo non solo ci si ammala, ma si può anche morire” spiega Rogelio Perez-Padilla, responsabile dell’Istituto messicano per i disturbi respiratori e incaricato dall’OMS di studiare gli effetti combinati di caldo e inquinamento sulle popolazioni esposte. “Specie in città, dove la morsa di afa e umidità viene amplificata dalla cosiddetta isola di calore, una massa d’aria surriscaldata che ristagnando sulle case rende l’estate ancor meno sopportabile. Studiando il rapporto tra alte temperature e decessi per colpi di calore emerge che la mortalità urbana aumenta con le dimensioni della città a causa del calore più intenso”.

Se il caldo sale si fanno afose anche le notti. E il numero di morti aumenta, specie tra gli anziani, proprio quando le temperature notturne si mantengono sopra i 25-26° C per più di 3-4 giorni di seguito. In questi casi l’organismo fiaccato dall’afa e dalle molte notti insonni, diventa facile preda di attacchi cardiaci o crisi respiratorie. E non è tutto: per chi ha disturbi ai polmoni l’eventuale ricorso all’aria condizionata in cerca di refrigerio può addirittura peggiorare le cose, provocando poco piacevoli bronchiti per i repentini sbalzi di temperatura. Meglio quindi un ventilatore a pale, o un condizionatore regolato a non più di 4-5 gradi in meno rispetto all’esterno, ricordando in questo caso di pulire i filtri dove potrebbero annidarsi batteri o funghi responsabili di polmoniti.

Insonnia da caldo
Un altro fra i bersagli preferiti dall’afa opprimente è il riposo notturno. Notti in bianco, giri e rigiri inquieti tra lenzuola sgualcite impregnate di sudore. E il giorno dopo stanchezza, svogliatezza e irascibilità la fanno da padroni. E’ il triste bilancio dell’insonnia da caldo, malattia che affligge un terzo degli italiani tormentati dall’afa.
Anche se non dormire per la canicola sembra ovvio, c’è una spiegazione scientifica: nel sonno la temperatura corporea si abbassa favorendo il riposo, ma la calura notturna spezza il ritmo sonno-veglia e addormentarsi diventa un’impresa. La mancanza di riposo rende, tra l’altro, nervosi e stressati anche di giorno Anche in questo caso l’unico rimedio è quello di abbassare artificialmente (ma non di molto) la temperatura in camera da letto.

Ansia e depressione
Il caldo favorisce il rilascio da parte delle cellule del sistema immunitario, di sostanze, le citochine, che tra i molteplici organi bersaglio hanno anche il cervello. Anche queste possono provocare irritabilità, ansia e, nei casi più gravi, depressione. Così per il gran caldo la pelle suda, il cuore accelera, i nervi affiorano e non si è più quelli di prima: il risultato è un’instabilità del comportamento che sovente sfocia in veri e propri drammi con un’impennata di suicidi, litigi e violenze personali. Che il caldo dia alla testa, dunque, non è solo un modo di dire: la calura estiva amplifica ansia, stress, stanchezza e irritabilità. Con un calo patologico di lucidità che può innescare pericolose intolleranze verso persone o situazioni. Morale: anche se il termometro sale, meglio conservare calma e sangue freddo.

Di Gian Galeazzo Riario Sforza

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