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Sigaretta elettronica? Non basta per smettere di fumare

21/07/2014

Sigaretta elettronica. Sono molti i dubbi degli utilizzatori, i cosiddetti vapers, ormai quasi mezzo milione in Italia. Tanti si sono avvicinati a questo mezzo per ridurre la dipendenza dal fumo, alcuni hanno trovato giovamento, altri sono tornati alle sigarette di tabacco.

Ma la promessa dell’e-cig non è quella di far smettere di fumare, piuttosto di ridurre i danni del fumo. Le malattie fumo-correlate sono tra le principali cause di morte nel mondo: ogni anno in Italia sono più di 80mila le vittime dei danni provocati dal tabacco a causa di tumore al polmone, infarti, ictus e malattie respiratorie.

 

La sigaretta elettronica rischia di iniziare al tabacco i giovani

«Non esiste qualcosa che ti faccia smettere di fumare, una persona riesce a smettere di fumare solo quando lo vuole fare ed è fortemente motivata – avverte Licia Vanessa Siracusano, emato-oncologo dell’Unità Operativa di Oncologia Medica ed Ematologia di Humanitas –. Con la sigaretta elettronica siamo di fronte a due problemi. Il primo è che possono favorire l’iniziazione al tabacco per i giovani».

Cosa ancora più pericolosa per le e-cig che contengono la nicotina. «Noi non nasciamo dipendenti dalla nicotina – dice Siracusano –. Lo diventiamo se ne facciamo uso. Un rischio della sigaretta elettronica è che può abituare i giovani a qualcosa di cui potrebbero tranquillamente fare a meno».

 

Il monitoraggio medico delle sigarette elettroniche è difficile

L’altro problema è il monitoraggio. «Nei Centri antifumo come il nostro in Humanitas – spiega la specialista –, esistono dei protocolli scientifici articolati e validati dalla ricerca scientifica. Allo stato le sigarette elettroniche non sono un dispositivo medico e non è possibile controllarne l’uso in vista della cessazione».

Poi c’è l’esperienza di alcune persone che hanno almeno ridotto il numero di sigarette fumate, mentre molti hanno continuato a utilizzare la sigaretta di tabacco nei luoghi in cui è possibile fumare e l’elettronica per gli ambienti chiusi.

«Quando un paziente ci racconta di un suo successo, anche con l’aiuto della sigaretta elettronica, siamo contenti di sapere che abbia trovato un modo in più per allontanarsi dal tabacco – dice la dottoressa Siracusano – ma per smettere di fumare c’è bisogno di altro: visite di controllo, esami del respiro, supporto psicologico grazie al counselling, controllo dei valori di monossido di carbonio e, quando serve, un supporto farmacologico mirato e controllato».

Si tratta, spiega la specialista, «di un percorso a tappe che, grazie al lavoro degli specialisti e grazie alla motivazione del tabagista, si può concludere con successo».

 

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