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Benessere

Adolescenti dal ginecologo, quando e perché

02/02/2004

Quando e perché è consigliabile che una giovane donna effettui la prima visita dal ginecologo? Una domanda che, troppo spesso, le ragazze non si pongono anche se questo specialista potrebbe aiutarle nella scoperta e nella conoscenza del proprio corpo, oggetto di grandi trasformazioni proprio durante l’adolescenza. Il ginecologo ha, infatti, le competenze per chiarire i dubbi sui diversi aspetti della sessualità, per spiegare cosa aspettarsi dai rapporti fisici, per insegnare a scegliere secondo i propri desideri e a difendere la propria salute. Un aiuto importante, anche in considerazione del fatto che in molte famiglie non si parla di questi argomenti, spesso considerati tabù. Gli stessi genitori solo raramente incoraggiano le figlie ad avvalersi di questa figura professionale, così che la si interpella quando già si sono vissuti piccoli traumi o sono comparsi dei problemi. La “prima visita”, le domande e i problemi più comuni delle adolescenti secondo l’esperienza degli specialisti dell’Istituto Clinico Humanitas.

La prima visita, quando e perché?
Per la prima visita ginecologica non esiste una vera e propria “età giusta”. Si va dallo specialista con l’arrivo della prima mestruazione (menarca), ma solo se si verificano particolari problemi o quando arriva troppo precocemente (9-10 anni). La vera indicazione per fare la prima visita corrisponde, piuttosto, all’inizio dell’attività sessuale che, attualmente, per la maggior parte delle ragazze, si colloca intorno ai 14 anni. Sarebbe ancora meglio incontrare il ginecologo prima di tale inizio, in modo da vivere la fisicità avendo già un’idea di cosa aspettarsi e di come prevenire i problemi connessi. Con la prima visita, inoltre, si può approfondire la conoscenza del proprio apparato genitale, generalmente abbastanza approssimativa, e si ha l’occasione per soddisfare tante curiosità. Sul fronte maschile non esiste, almeno nel nostro Paese, una cultura che spinga i ragazzi verso un primo approccio con lo specialista equivalente, l’andrologo.

Domande e problemi comuni
Un motivo che spinge di frequente l’adolescente alla prima visita, è rappresentato dagli accertamenti ormonali per problemi di peluria o acne. Più raramente ci si va per un ritardo del menarca (quando verso i 15 -16 anni ancora non è comparso), per la presenza di problemi anatomici (di cui ci si accorge durante il primo rapporto), per dolori e disturbi o, ancora, per il blocco delle mestruazioni causato da anoressia. In quest’ultimo caso l’approccio degli specialisti è di équipe con un team di cui fa parte anche una dietologa e una psicologa.
Le ragazze alle prime esperienze non hanno una chiara idea dei problemi connessi all’attività sessuale e, di conseguenza, non pongono agli adulti molte domande. Dalle poche che formulano, inoltre, si capisce che mancano loro spesso le conoscenze più elementari al riguardo, e che in famiglia non si parla spesso di queste cose. È raro, infatti, che in vista del primo rapporto sessuale le giovani chiedano un controllo per il loro ragazzo; quando ciò avviene vengono considerate l’epatite C, l’epatite B e l’HIV, e si tralasciano, per ignoranza, le altre infezioni sessualmente trasmesse.

Quali sono i problemi più comuni?
L’ignoranza delle norme basilari di igiene intima. Questa, unitamente alla curiosità che spesso porta l’adolescente a voler provare di tutto, provoca problemi e infezioni. È molto comune, per esempio, l’utilizzo di detergenti non adatti o di qualità scadente che sono causa di irritazioni e che, rimuovendo le naturali barriere difensive delle mucose genitali, possono favorire l’instaurarsi di infezioni. Spesso viene addirittura adoperato il bagnoschiuma, assolutamente non adatto alle parti intime. I jeans strettissimi e il perizoma, inoltre, di gran moda attualmente, provocano infiammazioni croniche a livello vaginale e determinano arrossamento e gonfiore nei genitali esterni. Il perizoma, sfregando sulla zona perianale, induce l’instaurarsi di infezioni cui può seguire la formazione di lesioni dovute al grattamento e determina perdite vaginali.

E dopo la prima visita?
Non ci sono regole fisse: il medico decide la cadenza delle visite successive a seconda della ragazza. Si consiglia una visita annuale a chi prende la pillola e, quando è iniziata l’attività sessuale, un PAP test come prevenzione del tumore del collo dell’utero. Una misura precauzionale che è bene adottare dopo 6-8 mesi dal primo rapporto. Il ginecologo, in genere, dopo averlo fatto eseguire con cadenza annuale per due volte consecutive, valuterà se è il caso di mantenere la stessa frequenza o di ridurla in base alle condizioni della cervice uterina, o alla eventuale presenza di piccole piaghe, per esempio.

Quale anticoncezionale scegliere
La pillola monofasica a basso dosaggio ormonale rappresenta il contraccettivo più adatto per le adolescenti. Viene prescritta previa esecuzione di alcuni esami del sangue e se nella famiglia della ragazza non siano presenti problemi, principalmente di natura cardiocircolatoria, che ne escludano o sconsiglino l’uso. La pillola si assume per 21 giorni consecutivi e viene sospesa per 7. Ne esistono di diversi tipi e ciò permette, quando si verificano fenomeni come la pelle grassa o acne, di scegliere quella più adatta alla singola ragazza. La pillola è generalmente bene accetta dalle adolescenti, la cui unica paura al riguardo è quella di ingrassare: è quindi importante spiegare loro che questo pericolo non sussiste se si presta attenzione alle abitudini alimentari e si compie una moderata attività fisica.

Educazione già in famiglia
Purtroppo lo spazio riservato all’educazione sessuale è molto poco. In quelle scuole medie e superiori in cui viene insegnata, spesso si riduce a spiegazioni puramente tecniche riguardanti l’anatomia, senza che gli aspetti che più interessano la salute dei ragazzi vengano toccati. Anche in famiglia molto spesso, la principale preoccupazione di un genitore nei confronti della figlia che sta maturando sessualmente, non è quella di farle acquisire la consapevolezza del proprio corpo e delle proprie scelte. Accompagnare dallo specialista una figlia potrebbe essere una dimostrazione di attenzione e sensibilità da parte dei genitori che avrebbero anche il vantaggio di poterne consigliare uno di loro fiducia. Sarebbe altresì auspicabile che la stessa attenzione fosse rivolta al figlio maschio.

A cura di Giorgia Diana

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