Benessere

Quando l’elettricità è un pericolo

10/04/2006

Ogni anno in Italia ci sono circa 23.000 casi di incidenti domestici dovuti alla corrente elettrica, che nella maggior parte dei casi colpiscono gli uomini. E secondo le statistiche questi episodi sono in aumento.
L’arma migliore per tenere sotto controllo questo tipo di incidenti è sicuramente la prevenzione, che prevede ad esempio di staccare la corrente prima di eseguire lavori all’impianto elettrico (anche per cambiare semplicemente una lampadina), di non toccare mai apparecchiature elettriche con le mani bagnate o anche solo umide e di proteggere le prese raggiungibili dai bambini.
“Nel nostro organismo – spiega il dott. Stefano Ottolini, responsabile del Pronto Soccorso dell’Istituto Clinico Humanitas – la presenza di corrente elettrica è un fenomeno naturale, basti pensare agli impulsi nervosi o ai meccanismi della contrazione muscolare. Il passaggio di una corrente di una certa intensità può pertanto interferire con le funzioni fisiologiche”.
La corrente elettrica può infatti produrre la folgorazione, la cosiddetta “scossa” che può causare danni più o meno seri ad organi ed apparati (i muscoli possono ad esempio contrarsi involontariamente, si può svenire, si può andare incontro ad un arresto cardiaco e ad una paralisi dei muscoli respiratori). L’elettricità può anche dare origine all’elettrocuzione, termine che indica le ustioni, in genere non particolarmente serie, che la corrente può provocare.
Gli effetti di una forte scossa elettrica possono essere più o meno intensi a seconda della resistenza che la corrente incontra a percorrere il corpo: così sono più severi se si è a piedi nudi o si ha il corpo bagnato. L’intensità dei danni dipende anche dalla “stazza”, tanto che è più importante nelle donne, nei bambini, nelle persone magre.

In caso di folgorazione:
Che cosa fare
Come comportarsi in caso di folgorazione? “Se il salvavita non scatta e la vittima è ancora sotto tensione – suggerisce il dott. Ottolini – bisogna staccare prima possibile l’interruttore generale della corrente. Più a lungo dura la scossa, infatti, e maggiore è il rischio di danni. Se non si riesce a interrompere la corrente si può provare a staccare la vittima usando materiale isolante, come una sedia in legno, una manico di scopa in gomma o in legno, ricordando che la assoluta sicurezza del soccorritore è un elemento di assoluta importanza in ogni azione di primo soccorso”.
Bisogna poi chiamare subito il 118 o, se la vittima è in buone condizioni, la si può portare direttamente al pronto soccorso.
Se il ferito è in stato di incoscienza è necessario sdraiarlo sulla schiena controllando subito se il cuore pulsa e se respira.
In questo caso spesso per far rinvenire il ferito basta spruzzargli dell’acqua sul viso. Se invece il cuore non batte e la vittima non respira bisogna intervenire tempestivamente con la respirazione bocca a bocca ed eventualmente il massaggio cardiaco, che devono però essere fatti nel modo giusto. Se non si è in grado di praticarli, bisogna quindi rivolgersi con urgenza al 118 precisando le severe condizioni del ferito.

Che cosa non fare
Quello che non si deve mai fare, altrimenti si può mettere a rischio la propria incolumità e quella del ferito, è toccare la vittima ancora sotto tensione con le mani o con un oggetto bagnato o umido. Non bisogna nemmeno farla alzare perché per riprendere le forze ha bisogno di rimanere sdraiata, meglio se coperta e isolata dal terreno.
E’ sbagliato anche somministrare alcol o farmaci che potrebbero peggiorare i danni causati dalla scossa. Infine non bisogna sottovalutare i sintomi: se c’è stata una perdita di coscienza bisogna sempre chiamare il 118 anche se il ferito si riprende.

A cura di Silvia Rosselli

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