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Benessere

Lorenzo Panella: ecco come invecchiare attivamente

27/10/2003

Esercizio fisico anche nella terza età: è questo un imperativo che consente anche a chi non è più giovanissimo di mantenere una certa efficienza fisica. Guai a trascorrere il pomeriggio in poltrona o la domenica davanti alla televisione. Mai smettere, dunque, di praticare un po’ di attività sportiva, il proprio sport preferito o un po’ di ginnastica. Ma perché l’attività fisica è tanto importante anche per gli anziani? E a che tipo di sport è meglio dedicarsi? Risponde il dott. Lorenzo Panella.

Che cosa comporta il processo di invecchiamento?
“L’invecchiamento – risponde Lorenzo Panella – comporta una serie di modificazioni strutturali che coinvolgono tutti gli organi del corpo. Se il fatto di invecchiare è immediatamente visibile quando ci poniamo di fronte a uno specchio, a causa delle manifestazioni evidenti degli anni che passano, rughe, incanutimento o perdita dei capelli, molto meno manifesto risulta invece l’invecchiamento del muscolo, dell’osso, della cartilagine, del cuore. Tutti questo organi e tessuti garantiscono la prestazione fisica di tipo motorio.
Con il passare degli anni il muscolo perde progressivamente fibre muscolari, a partire intorno ai 40 anni di età. A 80 anni le masse muscolari si riducono alla metà rispetto a quelle di un soggetto giovane adulto. Parte del muscolo, tessuto elastico che è in grado di sopportare gli sforzi legati alla vita quotidiana, viene sostituito da un tessuto che è invece anelastico e diventa quindi incapace di sopportare questi sforzi, esponendo la persona anziana a rischi maggiori di “rottura” dei muscoli. Come i muscoli, invecchiano anche le ossa, degenerando in artrosi (cioè l’usura delle cartilagini) che non è una malattia, ma un processo di invecchiamento fisiologico dell’osso. Se questo processo degenerativo coinvolge le articolazioni di carico, anche e ginocchia, può diventare difficoltoso anche il semplice atto del camminare. Allo stesso modo invecchiano il sistema cardiovascolare e quello polmonare”.

Che ruolo svolge l’esercizio fisico?
“L’esercizio fisico – spiega Lorenzo Panella – è una delle modalità che in qualche modo può ritardare il processo di invecchiamento e ha effetti benefici su tutto l’organismo. Facciamo un semplice esempio: un’anca affetta da artrosi può essere paragonata a un giunto con due leve e uno snodo, se il giunto viene lasciato inutilizzato per molto tempo risulta meno efficace dal punto di vista del movimento e la ruggine può bloccarlo, impedendo qualsiasi movimento; se invece lo teniamo bene oliato e sempre in movimento, il giunto invecchierà, ma resterà utile ed efficiente. Questo è quello che in pratica accade alle nostre articolazioni: l’esercizio mantiene in movimento e in efficienza le articolazioni, mantenendo anche toniche le strutture che le circondano, quindi i muscoli. La massa muscolare, allora, anche se con il passare degli anni diminuisce di volume, rimane però valida e garantisce la funzione di pompa muscolare e di nutrimento al tessuto scheletrico e a quello articolare. L’esercizio fisico, sotto forma di attività aerobica controllata e commisurata ai dispendi energetici e alle condizioni di salute, costituisce una vera e propria attività di prevenzione per ritardare questo processo di invecchiamento”.

Che tipo di esercizio fisico consiglia di svolgere? E con che frequenza?
“Il consiglio – risponde Lorenzo Panella – è quello di invecchiare attivamente, continuando cioè a fare dell’esercizio fisico, continuando a svolgere gli sport che si amano, a patto che non siano eccessivamente traumatizzanti. E’ bene prediligere tutti quegli sport che prevedono un rischio cardiovascolare minore, dove prevale lo sforzo resistente allo sforzo potente. Sì dunque alla bicicletta, alla corsa dolce, al tennis, al nuoto. Il punto fondamentale è comunque l’allenamento: il rischio maggiore lo si corre se non si è allenati. Chi svolge una vita sedentaria è bene che si avvicini a un’attività aerobica con gradualità, criterio e il giusto impegno. Anche la semplice camminata, a passo sostenuto, può essere utile, l’importante è non impigrirsi.
L’esercizio fisico viene assimilato a un farmaco che fa bene a tutto l’organismo: sono documentati in letteratura effetti benefici dell’esercizio sulle ghiandole endocrine, sul sistema nervoso centrale, sull’attività sensoriale, sull’apparato muscolare, sul cuore, sulla circolazione, sulla pressione sanguigna, sulla termoregolazione. Quello su cui ancora si discute è la posologia corretta: ancora non è noto quanto esercizio fisico si deve somministrare e per quanto tempo. In linea di massima si può sostenere che è utile praticare attività fisica un paio di volte alla settimana.
Un’ultima osservazione: è verissimo che l’esercizio fisico fa bene, ma può anche fare male, se non viene svolto con criterio o si esagera. Attenzione dunque, se si decide di seguire un corso di ginnastica per la terza età, a chi ci si rivolge, è indispensabile che gli istruttori siano preparati adeguatamente (fisioterapista, diplomato Isef o Scienze motorie). Spesso, poi, per poter affrontare in tutta sicurezza l’attività sportiva, è indispensabile la valutazione medica e in questo caso il fisiatra è lo specialista di settore, che per impostazione e disciplina studia l’esercizio”.

A cura di Elena Villa.

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