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Benessere

Panella: la cervicalgia, un disturbo fastidioso e comune

06/05/2003

Quanti possono affermare di non avere mai sofferto di cervicalgia, quel disturbo chiamato comunemente “cervicale”? Può accadere dopo molte ore trascorse davanti al computer, al risveglio, oppure in seguito a un colpo di frusta: un dolore che dalla nuca può irradiarsi alla testa, alle spalle, alle braccia, e può essere accompagnato da altri disturbi.
La cervicalgia va affrontata seriamente, con un’attenta analisi clinica e le terapie più idonee. Senza dimenticare, però, di eliminare la causa principale di questo disturbo: una postura scorretta quando si lavora al computer. Ne parliamo con Lorenzo Panella, specialista in Riabilitazione e Recupero funzionale.

Dolore, dolore, dolore
“E’ il dolore – spiega lo specialista – a spingere il paziente a rivolgersi al medico. Questo dolore è localizzato per lo più nella regione cervicale, ma può interessare anche la zona cervico-cefalica o quella cervico-brachiale. Si individuano così tre disturbi principali: la cervicalgia vera e propria, in cui il dolore interessa prevalentemente la regione della nuca; la sindrome cervico-cefalica, caratterizzata da cefalea, vertigini, disturbi della vista e dell’udito, a volte anche disturbi della deglutizione; la sindrome cervico-brachiale, che presenta un interessamento delle radici nervose e provoca dolore alla nuca e al braccio, fino ad arrivare anche alla mano.”

Computer sotto accusa
“Anche se le cause della cervicalgia possono essere varie, le principali possono essere individuate nella sedentarietà e nella postura che si tiene nelle ore di lavoro. Chi lavora con il computer, in particolare, facilmente può soffrire di cervicalgia muscolo-tensiva.
Nella letteratura medica esistono ormai situazioni professionali considerate causa di dolore localizzato alla regione cervicale: innanzitutto i lavori legati all’utilizzo prolungato del videoterminale, ma anche tutte quelle professioni che portano a posizioni obbligate del capo per tempi lunghi come, per esempio a chi lavora con la macchina da cucire. Gli esperti statunitensi, nella classificazione delle cervico-brachialgie, hanno individuato la cosiddetta “mouse arm syndrome”, derivante dall’utilizzo scorretto del mouse. Esistono infine anche cause traumatiche della cervicalgia, come il cosiddetto colpo di frusta, in termini medici il trauma distorsivo del rachide cervicale.”

Farmaci e fisioterapia
“La terapia della cervicalgia prevede in primo luogo, nella fase acuta del dolore, la somministrazione di farmaci analgesici e antiflogistici ed eventualmente l’infiltrazione di anestetici locali o corticosteroidi. In alcuni casi, come in seguito a un colpo di frusta, può essere utile l’utilizzo di collare, per stabilizzare il segmento cervicale.
Solo al termine della fase acuta si può fare ricorso alla fisioterapia: esercizi di allungamento miofasciale, che consentono di allungare attivamente i muscoli contratti, ed esercizi atti a recuperare la forza muscolare, per esempio dopo la rimozione del collare che ha costretto al riposo i muscoli per diversi giorni. Se lo specialista lo ritiene necessario, ci si può sottoporre anche ad altri trattamenti, che devono essere sempre eseguiti da tecnici esperti: per esempio l’elettroanalgesia, la massoterapia, la termoterapia, la manipolazione (quest’ultima deve essere comunque sempre eseguita da un medico ed è indicata solo quando sono presenti i cosiddetti “Dim”, disturbi intervertebrali minori, individuati attraverso un’attenta analisi clinica).”

La diagnosi è fondamentale
“Poiché la cervicalgia è solo un sintomo – continua lo specialista –, è fondamentale cercare di capire se il disturbo può essere trattato con una terapia conservativa (farmaci più fisioterapia) o se sia necessario un approccio chirurgico. Alcune forme, soprattutto di cervico-brachialgia, possono avere un’indicazione chirurgica a causa della compressione della radice nervosa o del midollo spinale. In questo caso il fisiatra consiglierà al paziente un consulto neuro-chirurgico; solo una diagnosi corretta, infatti, può indicare la terapia adeguata.
Gli esami prescritti sono solitamente una serie completa di radiografie, che danno importanti informazioni sullo stato di salute della colonna vertebrale. Può essere utile sottoporsi anche a una TAC o a una risonanza magnetica, per evidenziare eventuali compressioni sul midollo spinale o la presenza di un’ernia del disco che comprime le radici nervose.”

Correggere gli errori
“Per prevenire la comparsa di cervicalgie – suggerisce Lorenzo Panella – è indispensabile controllare i fattori di rischio, cioè correggere la postura scorretta. Quando si lavora al computer è necessario tenere il monitor a circa 50-70 centimetri di distanza dagli occhi, regolarlo in modo che sia un po’ più basso dell’altezza degli occhi, inclinarlo in modo da eliminare i riflessi, usare le opzioni di colore e le regolazioni del contrasto e della luminosità così che la qualità dell’immagine sia buona.
Se si utilizza il mouse, lo si deve posizionare molto vicino alla tastiera e si deve appoggiare tutto l’avambraccio sul piano della scrivania, così che il braccio sia completamente in scarico, evitando in questo modo le tensioni del trapezio e la contrattura muscolare, causa del dolore. Le spalle devono essere rilassate e i gomiti scendere liberamente lungo i fianchi. Una certa attenzione va posta alla sedia, che deve sostenere bene la colonna vertebrale (meglio quindi se è ergonomica) e deve avere un’altezza tale da permettere ai piedi di appoggiare comodamente a terra: gli angoli formati dalle ginocchia e dalle caviglie devono essere di 90°. E’ bene fare pause frequenti, alzandosi e camminando un po’, effettuando anche qualche leggero stiramento, e respirando profondamente.
In ogni caso, qualunque sia la professione svolta e lo stile di vita, è opportuno fare qualche esercizio di stretching tutti i giorni: i movimenti di allungamento e rilasciamento dei muscoli sono un’ottima terapia per il benessere della colonna vertebrale.”

A cura di Elena Villa

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