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Benessere

Il caffè fa bene al fegato?

30/04/2015

Che lo si preferisca con o senza zucchero, fa poca differenza. Così come fa poca differenza berlo “normale” o “decaffeinato“: secondo uno studio pubblicato sulla rivista Hepatology da un gruppo di ricercatori del National Cancer Institute di Bethesda (Maryland, Stati Uniti), il caffè ha delle proprietà benefiche sulla salute del fegato. In particolare dalla ricerca emerge che maggiore è il consumo della bevanda nera – indipendentemente dall’introito di caffeina – minore è la presenza di enzimi epatici anormali.  

La caffeina non c’entra

A far bene al fegato sarebbero dunque altri composti presenti nel caffè al di là della ben nota caffeina. Per giungere ai loro risultati i ricercatori hanno utilizzato i dati raccolti negli Stati Uniti tra il 1999 e il 2010 dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) per un totale di 27.793 persone con più di 20 anni monitorate. Ed è così emerso che, rispetto a chi non consumava caffè, coloro che ogni giorno bevevano tre o più tazze della bevanda nera avevano livelli più bassi di diversi marcatori rivelatori dello stato di salute del fegato tra cui l’alanina aminotransferasi, l’aspartato aminotransferasi, la fosfatasi alcalina e le gammaglutamil transaminasi.

Questo studio non è certamente il primo a mettere in evidenza la correlazione tra il consumo di caffè e la salute del fegato: “Numerose ricerche hanno già dimostrato una correlazione inversa tra  il consumo di caffè e la presenza delle gammaglutamil transferasi nel sangue, un enzima che si rileva incrementato in molte malattie del fegato – spiega Giovanni Covini, epatologo e Responsabile Ambulatori Check-Up dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) -. Inoltre altre pubblicazioni su modelli animali e studi epidemiologici hanno già dimostrato da anni il potere protettivo del caffè nei confronti dello sviluppo della steatosi epatica non alcolica“.

Il caffè contiene i diterpeni, importanti sostanze protettrici per il fegato

La maggior parte degli studi si è però concentrata finora sugli effetti della caffeina, la sostanza più conosciuta tra quelle contenute nel caffè: “Questo recente studio dimostra invece che anche il caffè decaffeinato gioca un ruolo benefico sul fegato, mettendo in evidenza che sia i bevitori di caffè normale che quelli che assumono il decaffeinato hanno valori più bassi di enzimi epatici rispetto ai non bevitori di caffè in generale, ipotizzando quindi che in questa bevanda siano contenute altre sostanze epatoprotettrici oltre alla caffeina. In effetti, a parte l’effetto della caffeina stessa, si deve ricordare che il caffè contiene molti agenti ossidanti come i diterpeni, i quali possono giocare un importante ruolo protettivo”, continua Covini.  

I dati raccolti dagli studiosi statunitensi sono dunque “estremamente interessanti, ma dovranno essere confermati da altri studi  e validati con estrema criticità – conclude l’epatologo -. Non è sufficiente affermare infatti che la riduzione degli enzimi epatici sia un effettivo fattore  protettivo del fegato: da anni conosciamo per esempio l’effetto dell’acido ursodesossicolico (farmaco che si utilizza per la dissoluzione dei calcoli della cistifellea) che in molte malattie epatiche normalizza le transaminasi senza però portare dei benefici epatici, creando quindi un effetto cosiddetto ‘cosmetico’”.

 

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