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I lettini abbronzanti vietati ai minori (anche) in USA

06/06/2014

La Food and Drug administration (FDA), l’ente competente in materia negli Stati Uniti, ha deciso di vietare ai minori di 18 anni le lampade abbronzanti. I lettini abbronzanti, che fino ad ora erano inclusi nella categoria dei congegni a basso pericolo, sono stati classificati come “strumenti sanitari di medio rischio” ed è stato istituito l’obbligo, per i gestori dei centri estetici che offrono la possibilità di utilizzare congegni per l’abbronzatura artificiale, di avvertire i clienti rispetto ai danni che lampade e lettini possono creare alla pelle.

Visto l’aumento considerevole dei tumori della pelle nella fascia di età fra i 15 e i 29 anni e, in particolare, fra le donne, grandi utilizzatrici delle “lampade”, gli scienziati dell’FDA hanno ritenuto utile prendere una contromisura comunque meno drastica di quelle prese in merito da Brasile ed Australia, che vieteranno del tutto questa pratica dal 2015. È giusto tanto zelo? Ne abbiamo parlato con i professionisti di Humanitas.

Quali pericoli si celano dietro le lampade solari?

I Raggi UV sono la prima causa di tumori della pelle, perché sono in grado di danneggiare direttamente il DNA delle cellule. Già l’esposizione al sole, senza delle regole precise, è un potenziale fattore di grande rischio per tumori. Tale rischio aumenta ancora con le lampade abbronzanti. Infatti, non tutti sanno che le lampade abbronzanti di nuova tecnologia possono emettere fino a 10 volte la radiazione UV emessa dal sole; con le lampade UV i danni cutanei sono quindi inevitabili e questo preoccupa un po’ tutti gli enti preposti alla salute, compresi ovviamente quelli europei.

Ha senso adottare un provvedimento simile per evitare l’uso delle lampade?

In Italia, le lampade UV sono già vietate ai minori di 18 anni, ma il provvedimento è largamente disatteso per via della difficoltà  nell’effettuare i dovuti controlli. L’FDA americana ha ritenuto giusto intervenire con una normativa che vale per tutti gli USA e che mira a scoraggiare i cittadini a usare lampade e lettini abbronzanti. Come tutti i regolamenti, anche questo ha suscitato varie reazioni: da quelle di opposizione dei costruttori di lampade e proprietari dei saloni d’abbronzatura, a quelle di alcune associazioni di dermatologi, che ritengono questo provvedimento di scarsa efficacia oltre che tardivo, e avrebbero preferito il divieto di fabbricazione e vendita di lampade UV. Il mio parere è che i divieti servano a poco: occorre promuovere la consapevolezza dei danni provocati dai raggi UV nei bambini, per fare in modo che i loro comportamenti, una volta giunti all’adolescenza e poi all’età adulta, siano differenti. Un’idea alternativa potrebbe essere quella di incoraggiare l’autoabbronzatura, che non è tossica e non richiede l’esposizione ai raggi solari o UV. Molti saloni già oggi offrono cabine dove l’autoabbronzante viene spruzzato su tutto il corpo o una parte di esso, una pratica che è ben accolta anche dai dermatologi perché, se si utilizzano prodotti di buon livello, non ha controindicazioni.

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