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Acne, per curarla non servono farmaci

31/05/2017

È forse una delle croci degli adolescenti, una delle motivazioni per cui più vengono presi in giro e per la quale non si piacciono: parliamo dell’acne con l’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas.

«L’acne è un disturbo transitorio, in genere di lunga durata, che si manifesta con la comparsa di follicoliti (meglio conosciuti come foruncoli o brufoli). È dovuta all’occlusione degli sbocchi delle ghiandole sebacee e, come conseguenza, nei follicoli si sviluppano quei batteri che danno vita all’infiammazione e quindi ai brufoli. Le parti del corpo più interessate sono viso, petto e schiena. Si distinguono due forme di acne: quella giovanile/adolescenziale e quella tardiva».

 

Che cosa s’intende per acne giovanile?

«È la forma che colpisce i ragazzi intorno ai 12 anni circa e le ragazze già a partire dai 10-11 anni. Si manifesta con punti neri in particolare sul naso e sulle guance. Le cause possono essere tre: la principale è la predisposizione genetica, quindi la familiarità; la seconda è lo stress, sempre nei soggetti predisposti; la terza un’esuberanza ormonale dovuta alla fase dello sviluppo, che però non interessa tutti gli adolescenti. E in tutto ciò, una cosa va sottolineata: il tipo di alimentazione non ha nulla a che vedere con la comparsa dell’acne».

 

E per acne tardiva?

«L’acne tardiva interessa prevalentemente le donne dai 20 ai 30-35 anni, talvolta anche fino ai 40. La causa in questo caso è lo stress: si tratta di donne che somatizzano in forma di acne lo stress per lo studio, il lavoro o per relazioni personali».

 

Gli antibiotici sono utili per sconfiggere l’acne?

«In passato la terapia di cura dell’acne era basata sull’uso di antibiotici perché si riteneva che i batteri della pelle causassero l’acne, mentre si è poi scoperto che sono solo una conseguenza. Non c’è dunque alcuna necessità di trattare l’acne con l’antibiotico, anzi è sconsigliato dato che l’antibiotico può creare resistenza batterica; una condizione che può rivelarsi problematica se in futuro il soggetto incorre in infezioni, anche serie, che necessitano di antibiotici. In Humanitas non li prescriviamo, anche perché se l’acne può durare 2-3 anni, l’antibiotico non può essere somministrato per più di 15 giorni consecutivi per cui allevia l’infiammazione solo temporaneamente. Non serve nemmeno la somministrazione della pillola anticoncezionale, considerato appunto che l’acne, nella stragrande maggioranza dei casi, non dipende dagli ormoni».

 

Come si cura, allora, l’acne?

«In Humanitas adottiamo un programma basato su due momenti, a seconda dell’entità dello sfogo acneico. Un’opzione è il micropeeling: una tecnica molto valida e semplice, che ciascuno, una volta appresa, può applicare da solo. Con una lozione composta di due esfolianti (acido salicilico e glicolico) si provvede a frizionare tutte le sere il viso o la zona interessata dall’acne. I follicoli pian piano di riaprono, i batteri si spengono e l’acne svanisce. Nei casi più gravi, al micropeeling si aggiunge la terapia fotodinamica per l’acne. Questa tecnica si avvale di una sostanza che penetra nei follicoli e poi viene attivata da luce rossa riuscendo a spegnere l’infiammazione e regredire l’acne. Sono sufficienti 3-4 sedute (a distanza di 15-20 giorni l’una dall’altra) per ridimensionare l’acne e ricondurla a una fase meno acuta trattabile con micropeeling. Questi trattamenti assicurano ottimi risultati, migliori di quelli che si ottengono con gli antibiotici e possono essere seguiti anche per 2-3 anni; nonostante questo sono ancora poco diffusi sul territorio nazionale».

 

E il brufolo “solitario”, come lo si combatte?

«Il brufolo è anch’esso causato da un’ostruzione del dotto follicolare, che può avvenire per uno stress fisico, come il periodo premestruale, o psichico. Come nel caso dell’acne, anche per i brufoli che “spuntano” di tanto in tanto, l’alimentazione non c’entra nulla e la frizione con la lozione micropeeling lo manda in remissione».

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