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Bellezza

Quando la calvizie si tinge di rosa

19/03/2002

Perdere i capelli non è una prerogativa del sesso maschile. Anche le donne, in particolari circostanze o momenti della loro vita, possono notare un diradamento della chioma , seppur meno accentuato di quello che solitamente colpisce gli uomini. Quando le donne possono accusare questo disturbo? Quali sono i rimedi più efficaci? Lo chiediamo al professor Marcello Monti, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas.

Una questione di ormoni
“L’alopecia androgenetica – spiega il professor Monti – a dispetto del nome, può colpire anche il sesso femminile. Si tratta di un fenomeno, di natura costituzionale e base ereditaria, che colpisce le donne soprattutto dopo la menopausa, quando l’organismo accusa una diminuzione di ormoni femminili (estrogeni e progesterone) e si ha una prevalenza di ormoni maschili (androgeni). Ricordiamo che l’alopecia androgenetica è causata dalla particolare sensibilità dei bulbi piliferi all’effetto degli ormoni maschili, in particolare del Dht, il diidrotestosterone, un ormone che deriva dal testosterone e che esplica un’azione devitalizzante sul bulbo”.

A poco a poco
“Nelle donne – continua lo specialista – la perdita dei capelli è lenta ed è solitamente accompagnata da seborrea e forfora. Come nell’uomo, si tratta di una perdita irreversibile: i capelli, una volta caduti, non ricrescono più. Al contrario della calvizie maschile, l’alopecia androgenetica nel sesso femminile è costituita da un diradamento più diffuso e omogeneo, che può interessare anche le regioni posteriori della testa e non presenta quasi mai zone completamente calve. Nella donna, inoltre, questo tipo di calvizie risparmia quasi sempre l’attaccatura dei capelli”.

Le soluzioni
“L’alopecia androgenetica femminile ha meno possibilità di cure di quella maschile che già ne ha poche – puntualizza il professor Monti – . Ad esempio, nell’uomo si utilizza la Finasteride, che agisce sul follicolo del capello con un effetto antiandrogeno, ma questo farmaco non può essere somministrato alle donne, a causa dei gravi rischi di malformazioni fetali in caso di gravidanza. Ci sono altri antiandrogeni teoricamente utilizzabili (Ciproterone, Flutamide) ma i risultati che si ottengono sono scarsi e i rischi di effetti collaterali dei farmaci sono alti.
Una soluzione potrebbe essere l’autoinnesto di capelli ma anche qui i risultati nella donna sono inferiori a quelli nell’uomo.
In poche parole il trattamento dell’alopecia androgenetica femminile è deludente, per fortuna la cosmesi del capello viene incontro a queste pazienti: alcuni tipi di pettinatura, l’inserimento di ciocche di capelli, l’arricciamento e altre soluzioni possono minimizzare o mascherare del tutto l’alopecia”.

Quando la causa è una malattia
“Normalmente l’alopecia androgenetica femminile si manifesta in donne perfettamente sane – puntualizza il professor Monti – ma in rari casi alla base vi possono essere malattie ormonali, come nel caso della Sindrome dell’Ovaio Policistico. In questa sindrome, oltre all’alopecia si presenta anche l’irsutismo (eccesso di peli), l’obesità, le mestruazioni irregolari e altri problemi. Ad ogni modo, è sempre buona regola sottoporsi a un controllo medico, per decidere se si tratta di alopecia androgenetica semplice o di una forma legata a malattie ormonali”.

Tutta colpa della dieta
“Quando si parla di caduta dei capelli al femminile non ci si riferisce solo all’alopecia androgenetica – sottolinea il nostro esperto. E’ frequente, ad esempio, che i capelli cadano a causa di diete drastiche o squilibrate.
I capelli prendono nutrimento dal sangue e quindi si comportano di conseguenza: solo se sono ben nutriti sono sani. Oggi uno dei problemi più inquietanti, soprattutto per le adolescenti, è la dieta vegetariana. Con questo tipo di dieta si può giungere in tempi brevi a uno stato di anemia e di carenza di ferro, soprattutto nel sesso femminile, che accusa una perdita di sangue con le mestruazioni.
I capelli, come conseguenza dell’anemia, divengono opachi, fragili, si spezzano facilmente, cadono. In questi casi, si verifica una massiccia caduta di capelli, ben superiore alla normale perdita (definita fisiologica) che prevede la caduta quotidiana di circa 50-100 capelli, secondo il normale ciclo di vita del capello, che attraversa una fase di crescita (anagen), di riposo (catagen) e di caduta (telogen). Per fortuna questa caduta è temporanea e si può rimediare riequilibrando la dieta”.

Parto e allattamento
“Il periodo successivo al parto – aggiunge il professor Monti – costituisce un altro momento critico per la salute dei capelli della donna. Se durante la gravidanza i capelli erano folti e splendenti, a causa dell’aumento degli estrogeni, dopo il parto e la brusca modifica dell’assetto ormonale (che ritorna alla situazione normale, precedente la gravidanza), i capelli della neomamma possono accusare un diradamento anche di una certa entità, seppure del tutto transitorio, definito defluvium telogenico. Questo fenomeno si manifesta generalmente circa due mesi dopo il parto e dura per due o tre mesi, tendendo poi a regredire spontaneamente. In questo periodo, è quanto mai importante seguire un’alimentazione equilibrata, che fornisca all’organismo tutti gli elementi di cui necessita, ricorrendo eventualmente, dietro consiglio del dermatologo, all’uso di integratori di vitamine, sali minerali e aminoacidi. Se poi si desidera stimolare la ricrescita dei capelli si può ricorrere all’impiego del Minoxidil, l’unico prodotto sicuramente in grado di agire sui capelli in questa situazione”.

Attenzione allo stress
“Più che un tempo – continua lo specialista – oggi si osservano adolescenti o giovani donne che soffrono di una forma particolare di alopecia, detta Area Celsi. Questa forma è caratterizzata da una perdita totale dei capelli in una o più aree rotondeggienti, della grandezza di una moneta da 1 euro o poco più. Questa caduta, che avviene in modo repentino, ha come causa lo stress ed è infatti considerata di origine psicosomatica.
In questi casi, è bene rivolgersi subito al dermatologo che potrà, una volta fatta la diagnosi di Area Celsi, spiegare che si tratta di stress e dare consigli utili, evitando il rischio di incominciare una cura sbagliata, di non vedere risultati, di aumentare lo stress e di creare nuove aree di caduta di capelli”.

Le fiale per la ricrescita dei capelli funzionano?
“Vi sono in commercio numerosi prodotti per capelli sotto forma di fiale, lozioni, creme, che dichiarano di migliorare la crescita dei capelli. Nessuno di questi prodotti svolge un’azione positiva o serve a migliorare la capigliatura – avverte il professor Monti. In compenso, tutti questi prodotti sono molto costosi , fanno perdere tempo e alla fine deludono il paziente. Anche il Minoxidil, che è un farmaco registrato al Ministero della Salute, ha dei limiti e agisce solo in alcuni tipi di caduta di capelli”.

Con uno shampoo speciale si può arrestare la caduta dei capelli?
“Purtroppo no – conclude il dermatologo – poiché lo shampoo è un cosmetico, creato per lavare i capelli, che deve essere subito risciacquato, altrimenti irrita la cute del cuoio capelluto. Quindi non ha alcuna possibilità di essere anche curativo. Uno shampoo deve essere solo di qualità, non troppo sgrassante, facile da eliminare, e non deve lasciare tracce di detergente dopo il risciacquo”.

A cura di Elena Villa

Humanitas Salute e i Capelli

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