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Occhi “all’occidentale”, in Cina è boom di chirurgia estetica

11/05/2015

Un ritocchino alle palpebre “all’occidentale”. In Cina è boom di interventi di blefaroplastica per cambiare l’aspetto degli occhi: non più a mandorla, ma come quelli delle altre popolazioni. La pratica sta prendendo gradualmente piede anche nei Paesi di emigrazione, nelle comunità asiatiche all’estero, Italia compresa.

Non solo in Cina, ma anche in Corea del Sud, dove Seul è considerata la capitale della chirurgia estetica asiatica, sono in tanti a pensare che un nuovo look cambi il proprio destino, sia di buon auspicio o aiuti a trovare un partner. La stampa cinese parla di un vero e proprio picco di interventi di blefaroplastica, anche tra i minorenni (una quota tra il 10 e il 20%): per molti ha sostituito viaggi e hi tech come regalo. Negli ospedali è tutto esaurito.

Dai dati dell’Isaps, la Società internazionale di Crirurgia plastica ed estetica, la Cina è ormai il terzo mercato globale dopo Usa e Brasile per numero di interventi chirurgici, con il 7% di tutte le operazioni al mondo. Anche in Italia crescono le richieste di chirurgia plastica da parte degli orientali. «Ma non si tratta di interventi di ringiovanimento – dice Marco Klinger, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano –. I più gettonati sono i ritocchi che permettono di ‘occidentalizzare’ i lineamenti e il più richiesto in assoluto è quello alle palpebre».

 

In Italia l’intervento estetico agli occhi è effettuato in chiave anti-invecchiamento

Niente a che vedere dunque con la “classica” blefaroplastica che ha per scopo quello di attenuare i segni del tempo, riducendo l’eccesso di cute, muscoli e grasso. «Gli orientali chiedono in particolare di rimarcare il solco palpebrale, un ritocco della palpebra superiore che li rende più simili ai caucasici. Si tratta di un intervento che non presenta particolari rischi ma che, come sempre, va affrontato con serietà, senza leggerezze. No al low cost quindi, e sì alla profonda comprensione delle ragioni che spingono all’intervento, soprattutto visto che, dopo averlo eseguito, non si può tornare indietro. La palpebra modificata, infatti, non potrà più essere riportata alle condizioni ‘di partenza’, ma ovviamente sarà soggetta negli anni, come tutto il nostro corpo, alle modificazioni legate al processo di invecchiamento», sottolinea lo specialista.

Quali sono le motivazioni “lecite” per l’intervento, cioè quelle che portano il chirurgo ad accogliere la richiesta e quindi a operare? «Quelle che non sono dettate da un’insoddisfazione o da un malessere temporaneo – conclude il professor Klinger – ma sono espresse da persone stabili ed equilibrate, dopo attenta valutazione e in relazione al desiderio di modificare alcune caratteristiche del proprio corpo per migliorare il benessere personale e la propria sicurezza».

Secondo la Sicpre, la Società italiana di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, in Italia la blefaroplastica viene effettuata nella stragrande maggioranza dei casi in chiave anti-età. Dalle previsioni della società scientifica questo sarà il secondo intervento più praticato nel 2015, dopo la rinoplastica e prima dell’aumento del seno. Chissà se tra questi ritocchini agli occhi ci sarà anche qualche ragazzo o ragazza cinese.

 

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