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Anca e artrosi, così cambia la chirurgia

04/04/2012

Importanti novità nella chirurgia dell’anca: tra queste, un nuovo tipo di protesi, ideato dal dott. Guido Grappiolo, che permette un intervento più conservativo e meno invasivo per il paziente.

Un Convegno di Chirurgia protesica dell’anca dal titolo “Conservative technology in Hip Arthroplasty”, organizzato in Humanitas e con relatori provenienti da tutta Europa, ha fatto il punto sulle principali novità in questo ambito e vede protagonista il lancio di un nuovo stelo, ideato e applicato per primi proprio in Humanitas dal dottor Guido Grappiolo, responsabile di Chirurgia protesica e dell’anca e chairman del Convegno, che permette un rispetto maggiore dell’integrità del paziente, una riduzione del ricovero ospedaliero e minori costi sanitari, con un approccio diverso nel modo di intendere questo tipo di chirurgia, più in linea con la cultura sanitaria olandese e dei Paesi scandinavi. E con sedute operatorie per la prima volta realmente didattiche grazie alla 3D Live Surgery. Ecco più in dettaglio le principali novità.

Nuovo stelo: ripresa più rapida con meno giorni di ricovero e costi sanitari
Protagonista del Convegno il lancio a livello europeo di un nuovo stelo con caratteristiche innovative perché in linea con i risultati storici ottenuti dagli steli convenzionali, ma con un design particolare che fa sì che sia più conservativo. “A due anni di distanza i risultati sono assolutamente sovrapponibili a quelli delle protesi classiche standard se non addirittura superiori come outcome, cioè come sensazione del paziente, grazie alla maggiore preservazione ossea e migliore rispetto delle parti molli, muscolari, eccetera, che permettono una ripresa più rapida delle funzioni. L’obiettivo del nuovo stelo, infatti, è proprio rispettare l’integrità e favorire il recupero più veloce del paziente, che significa anche minore degenza nelle strutture ospedaliere e minori costi sanitari”, commenta il dottor Grappiolo.

L’approccio olandese di riduzione della degenza. Ma in Italia serve informazione
Avere a disposizione strumenti come il nuovo stelo, più conservativi e che permettono di sanguinare meno, rispettano il muscolo e consentono al paziente di essere dimesso nel giro di uno o due giorni, significa permettere un ritorno più veloce a una vita più o meno normale e a un ambiente famigliare. Dal punto di vista tecnico è possibile, ma dal punto di vista pratico ed emozionale serve maggiore informazione. Mentre, infatti, in Paesi come l’Olanda il paziente sceglie di recarsi in una struttura piuttosto che in un’altra anche a seconda del minor tempo di ricovero, in Italia non è così. “In Olanda, come in generale nei Paesi scandinavi, inglesi e americani, ci si ricovera solo se si è malati e la protesi all’anca non viene considerata una malattia, ma un intervento chirurgico di miglioramento, vissuto, quindi, culturalmente in maniera totalmente diversa da come lo affronta il paziente italiano (o anche tedesco, dove vige lo stesso tipo di problematica). Serve, quindi, una rivoluzione della cultura sanitaria che ‘rassicuri’ il paziente che essere dimesso in breve tempo è meglio e non comporta controindicazioni rispetto al restare in ospedale a lungo”, spiega il dottor Grappiolo.

3D Live Surgery per la prima volta in un Convegno
Per la prima a un Convegno internazionale non più immagini piatte rispetto all’ampiezza e complessità del campo operatorio, ma video in 3D in cui i partecipanti hanno potuto visualizzare molto meglio l’intervento chirurgico. “Generalmente guardando i ‘live’ delle sedute operatorie su schermo non si riesce a percepire bene la complessità del gesto chirurgico proprio perché manca la terza dimensione. Le sale operatorie di Humanitas sono state cablate con fibra ottica che permette la trasmissione in 3D, quindi le sedute operatorie sono realmente didattiche perché consentono di osservare ed avere a disposizione dati in più”, commenta il dottor Guido Cuccadu, direttore marketing di Biomet. La rete così cablata garantisce una qualità dell’immagine HD, ad alta definizione, e in 3D, quindi la possibilità di avere piani in prospettiva e capire, per esempio, la profondità e rotondità dei tessuti muscolari che nel 2D possono solo essere immaginati e che sono, invece, fondamentali nella chirurgia dell’anca. In più la rete permette (e ha permesso con questo Convegno) di trasmettere l’evento in live streaming in tutte le parti del mondo non solo su pc, ma anche tablet come iphone o ipad, superando le barriere logistiche e garantendo anche a distanza la possibilità di interazione con i relatori e la platea.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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